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“Nella giornata di oggi, 21 settembre, entrerà in vigore il Ceta o Accordo Economico e Commerciale Globale, un trattato di libero scambio di beni e servizi tra Canada e Unione Europea. Ratificato al momento in forma provvisoria viste le perplessità e incomprensioni di chi vede nell’accordo bilaterale una possibile minaccia soprattutto verso la salvaguardia dei prodotti Made in Italy e chi invece lo considera, come il sottoscritto, un’opportunità da non lasciarsi sfuggire”. Lo ha annunciato il consigliere regionale Orlandino Greco.
“Attualmente, il volume degli scambi di beni e servizi tra UE e Canada vale 86 miliardi di euro l’anno, l’entrata in vigore del trattato ne garantirebbe almeno altri 15 miliardi per un mercato di 536 milioni di consumatori. Numeri che evidenziano come grazie a questo accordo si potrà dare nuova linfa al mercato import-export dei Paesi dell’Unione Europea. L’Italia, notoriamente legato al Canada anche per i processi di emigrazione che hanno coinvolti il nostro Paese dagli inizi del Novecento, trarrebbe notevoli benefici soprattutto se si considera che attualmente il mercato dell’export Italia-Canada vale 5,1 miliardi di euro e quello dell’import 1,9 miliardi di euro”.
“Favorite le imprese”
“L’approvazione del CETA favorirebbe soprattutto le imprese che grazie all’eliminazione dei dazi doganali saranno più competitive in Canada e potranno importare materie prime a costi inferiori, si calcola che l’abolizione dei tributi farebbe risparmiare 500 milioni di euro l’anno. Passaggio fondamentale è l’assistenza alle piccole imprese italiane che intendono esportare maggiormente in Canada. Questo assicurerebbe anche alle PMI di poter intraprendere e programmare investimenti sino ad ora proibitivi, causa prima per cui molte realtà del sud e della nostra regione hanno dovuto rinunciare, nonostante la richiesta di quella fetta di mercato.
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“Al contrario di ciò che alcuni affermano il trattato garantirebbe molti vantaggi ai prodotti italiani e quindi regionali. Sino ad oggi non esisteva alcuna tutela in merito che sarà invece garantita per il 90% del nostro export ad essere negoziati per ora 143 prodotti europei di cui 41 italiani che in confronto a zero sono un passo avanti e che avrà sicuramente un ulteriore evoluzione. A beneficarne saranno anche i consumatori che avranno maggiore conoscenza del prodotto importato che dovrà attenersi necessariamente, altra incomprensione, alle norme dell’UE sulla sicurezza alimentare, ambientale e sociale, con ripercussioni favorevoli sulla tutela del nostro prodotto e permettere un maggior controllo di quelli contraffatti ed ingannevoli. Non quantificabili invece gli enormi vantaggi che deriveranno dalla semplificazione delle procedure per l’accesso agli appalti pubblici canadesi per le imprese europee. Un passaggio storico questo, perché per la prima volta il Canada aprirà l’accesso agli appalti sia statali sia provinciali e comunali, con una quota significativa della spesa pubblica”.
La proposta di legge
“Oggi la Calabria rappresenta lo 0,1% dell’export del Paese, un mercato spinto soprattutto da piccole e medie imprese nel settore agroalimentare che non hanno una solidità economica tale da competere con i mercati esteri. Oltretutto molte delle aziende non hanno mai affrontato percorsi formativi relativi all’internazionalizzazione e mostrano evidenti deficit nel confronto con i competitor del resto del Paese. Per ovviare a questo problema, da tempo ho depositato in Consiglio Regionale una proposta di legge che favorisca l’internazionalizzazione delle imprese e l’apertura a nuovi mercati. Se si considera che il reddito pro capite della nostra Regione è di 16000 € e quello del Canada è di 35000 € si capisce quale sia il potenziale economico in campo e quanto si possa costruire attraverso progetti strutturali d’internazionalizzazione delle imprese”.
“Ceta, grande opportunità”
“I rischi o gli svantaggi rientrano in quei concetti di economia chiusa, di nazionalizzazione e di accordi commerciali che appartengono a quel mondo non globalizzato, inteso nella sua accezione positiva come apertura, che oggi non hanno più ragione di esistere e che continuano a frenare la crescita d’intere aree e realtà geografiche.Il Ceta è senza dubbio una grande opportunità, di cui sono state ratificate le procedure e i punti di partenza ma che nel corso delle azioni e nel tempo avranno sicuramente uno sviluppo diverso e molto più ampio. Questo è soltanto l’inizio che offrirà anche alle regioni del sud e ai nostri territori un’apertura verso quei mercati sin ora preclusi, senza dimenticare la posizione dominante che una regione come la Calabria gode in contesti internazionali come il Canada per l’importante presenza delle nostre comunità che da molto tempo attendono di poter intraprendere accordi commerciali, oltre al legame sentimentale con i luoghi d’origine. L’errore più grande che si potrebbe commettere in questo momento è rinunciare a questa grande sfida e occasione”.