VIDEO | Sulla fascia ionica catanzarese si inizia già con la conta dei danni. Meloni, zucche, frumento e nocepesche danneggiati dalle temperature roventi. Il racconto di Davide Colosimo: «Di giorno lavoro e poi vengo qui ad aspettare che arrivi qualche goccia, ma non si può continuare così»
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Sul trattore nei campi di giorno, sentinella a presidio dell'acqua di notte. Ogni sera Davide Colosimo, 27 anni, agricoltore, piazza una sedia vicino al contatore nella speranza di veder sgorgare il prezioso liquido e poter così dare ristoro alle sue piante curvate dalle ore della canicola. Per far fronte alla stagione estiva e alla carenza idrica, il consorzio di bonifica ha infatti disposto una turnazione nell'erogazione dell'acqua.
Acqua col contagocce
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«Zucca, meloni, lì c'è un mandorleto, dove c'è il terreno arato ho seminato del frumento ma non è nemmeno nato, in un altro appezzamento ci sono mandarini, arance però tutti i piccoli frutti sono caduti in terra per la siccità e non si possono nemmeno irrigare perché il fiume è in secca ma con le turnazioni l'acqua non arriva mai». Al centro del terreno riarso dal sole passa in rassegna le colture messe a dimora quest'anno, tutte inevitabilmente danneggiate dalle temperature roventi e dall'acqua fornita col contagocce.
A presidio del contatore
«Quando è il turno nostro e dall'altra parte non dovrebbero avere acqua, invece lì c'è e da noi arriva poco. Quando è il turno opposto di là aprono tutto e di qua chiudono, quindi noi ne abbiamo mai nemmeno quando è il nostro turno. Io di giorno lavoro e di notte devo venire qui a sedermi con una sedia vicino al contatore, aspettare quando arriva una goccia d'acqua e aprire una manichetta alla volta ma non si può lavorare così».
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La terra spaccata dal sole
I tubi neri sono distesi lungo i filari al fianco delle piantine di zucca e di melone. Le foglie gialle, i frutti abortiti e il terreno spaccato dal sole. Davide affonda le mani nella terra, nemmeno lì c'è ombra d'umidità. «Così non si può vivere, non posso stare tutta la notte al contatore a vedere quando arriva l'acqua. Botricello e Cropani Marina hanno sempre acqua, qui siamo penalizzati».
A macchia di leopardo
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Davide non è il solo a subire gli effetti negativi della turnazione che non riesce a garantire l'erogazione in maniera uniforme sul territorio. Qualche chilometro più avanti di Cropani, a Marcedusa, c'è l'azienda agricola di Giuseppe Carfa, 32 anni. «In alcune zone sì, in alcune zone no. Ad esempio, nella mia zona ci sono problemi seri sulle condotte e nei miei appezzamenti non è mai arrivata una goccia d'acqua del consorzio. Cerchiamo di sopperire con i pozzi che fece mio nonno ma è davvero tragica la situazione».
Nella morsa del caldo
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Dalla morsa della siccità non si sfugge. E già a metà luglio si inizia a fare la prima conta dei danni. «Stanno seccando dalla punta e quindi non produce più. La pianta è andata e così è tutto il campo, foglie secche, sta seccando tutto senza acqua» spiega Davide mostrando le piante di zucca e melone in agonia. «Con i cereali ho perso intorno ai 15mila euro, qui sono 5 o 6mila euro sicuro». Giuseppe che invece in estate produce nocepesche e merendelle stima il danno in un calo della produzione del 50% ad ettaro. D'inverno si coltivano gli agrumi: «La paura più grande è che venga compromesso il comparto agrumicolo - spiega Giuseppe - perché la siccità è diventata severa negli ultimi anni. Mi capita spesso di chiedere a mio padre se si sia mai verificata in passato una situazione simile e lui risponde: "Un caldo così non lo abbiamo mai visto"».