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La regione con il PIL pro capite più basso – appena 17mila euro annui- è anche quella dove con maggior frequenza si tenta la fortuna. Stando alle statistiche, oltre un miliardo di euro escono ogni anno dalle tasche dei calabresi per finire nel buco nero del gioco d’azzardo. Slot machine, scommesse, gratta e vinci, siti costruiti ad arte, accessibili dalle centinaia di sale giochi che affollano i centri abitati. Server raggiungibili con una semplice connessione internet, da pc o telefonino, con sedi fisiche ben oltre confine, che maneggiano enormi flussi di denaro provenienti dalle tasche di migliaia di ignari scommettitori, corteggiatori irriducibili della Dea bendata. Ma il sogno dell’arricchimento facile costa caro. Perché a vincere, a conti fatti, è sempre il banco.
Un fenomeno ormai fuori controllo, che è stato al centro dell’ultima riunione della Commissione regionale anti ‘ndrangheta. In particolare, durante la seduta, è stato presentato un emendamento alla legge regionale in via di approvazione, che mira a tutelare la posizione dei titolari di tabaccherie, relegando fuori dai centri abitati i punti di scommessa ubicati nelle sale giochi e dovrebbe avere come scopo ultimo quello di arginare il fenomeno della ludopatia. La modifica al testo di legge è stata illustrata dal presidente della commissione, Arturo Bova, durante l’audizione, in Commissione, del presidente della Federazione italiana tabaccai Giuseppe Bagnato. Qualora il testo di legge in fase di scrittura venisse approvato, ai proprietari di sale giochi sarebbe consentito di continuare a portare avanti le proprie attività, a patto di dislocarle fuori dai centri abitati, lontani da scuole, luoghi di culto e aggregazione, banche e uffici postali. Fine primario della legge, spiega Bova, è il contrasto al gioco patologico, che vede la Calabria ai primi posti nelle classifiche nazionali.
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Anche se l’approccio al grave problema della ludopatia, continua ad essere, a livello regionale, analogo a quello adottato su scala nazionale. Se da una parte si tenta di scoraggiare il gioco compulsivo, dall’altra, quest’ultimo viene abbondantemente sponsorizzato – quando non incentivato- tramite persuasive campagne pubblicitarie. Insomma, come rapidamente detto in coda agli spot di siti che ospitano opulenti e chiassosi casinò on line “Giocate responsabilmente”. Se ci riuscite.
Loredana Colloca