Ha bussato a tutte le porte, ma gli si sono state chiuse in faccia. Lo ha fatto nella provincia con il più alto tasso di disoccupazione e povertà (Vibo Valentia) e nel bel mezzo di una pandemia. Un’emergenza sanitaria che poteva coincidere con quella che è la sua aspirazione: diventare un’operatrice socio sanitaria. Ha un attestato che ha conseguito a Vibo Valentia, un corso organizzato nel 2019 dalla Confcommercio che le ha permesso di entrare per un breve periodo nei reparti di radiologia e neurologia dello Jazzolino.

La ricerca di  un lavoro

Non ha alcuna esperienza lavorativa, se non quella di avere accudito la sua mamma divenuta cieca. «Per sedici anni mi sono presa cura di lei, l'ho assistita fino all'ultimo giorno. A febbraio del 2020 è venuta a mancare e da quel momento, mi sono messa alla ricerca di un lavoro». Francesca ha trent'anni, vive a Piscopio, frazione di Vibo Valentia, insieme a suo padre, 69 anni, malato di Parkinson. Cerca un lavoro come tanti altri nelle sue stesse condizioni. Non può lasciare suo padre da solo, «altrimenti – dice – me ne sarei già andata via da qui». Vivono con una pensione di reversibilità di 512 euro. Con quei soldi pagano il mutuo e le bollette, le tasse... Per la spesa restano 100 euro.  «Sto mandando curriculum, ma tutti mi chiedono se ho esperienze lavorative. Come faccio ad avere esperienze se nessuno mi dà la possibilità di lavorare?» Eppure «c’è tanta gente che ha bisogno di assistenza e gli ospedali lamentano una cronica carenza di personale».

Il sogno di Francesca

Il sogno di Francesca è quello di lavorare in ospedale o in una struttura sanitaria privata. «Mi piacerebbe aiutare gli ammalati che soprattutto in questo momento hanno tanto bisogno». La giovane rivolge il suo appello al sindaco Maria Limardo, al prefetto Guido Longo e al  commissario dell'Asp: «Aiutatemi a trovare un lavoro, vi prego».