"Sono già partiti i proclami e le bandiere della vittoria presso la cittadella regionale di Catanzaro alla notizia lanciata nei giorni scorsi e secondo la quale la Calabria avrebbe raggiunto la media nazionale (l'80%) della spesa dei fondi europei 2007-2013. “Una clamorosa impennata – commenta l'eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Laura Ferrara – in pratica in pochi mesi, la Calabria è riuscita a spendere più di quanto fatto negli anni precedenti, eppure basta guardare al settore ambiente o trasporti per vedere che tutto è rimasto uguale a prima, ovvero all'anno zero”.

È ironica la Portavoce calabrese, perché i dubbi sulle criticità che si porterà dietro questa accelerazione nella spesa, non sono pochi. “Le perplessità rimangono – spiega - perché se non fosse stato per il Movimento 5 Stelle, la Calabria questi fondi li avrebbe persi quasi certamente – rivendica la pentastellata – solo in seguito ad una nostra denuncia, venne a galla l'anomalia circa il cambio dell'autorità di gestione, cambio non comunicato alla Commissione e che avrebbe compromesso seriamente l'erogazione dei finanziamenti legati al Por 2007/2013”.

Ritornando alla spesa ed alla rendicondazione del Programma operativo regionale, che si dovrà concludere entro il 31 dicembre 2015, fra pochissimi giorni dunque, la Regione ha certificato una spesa che copre la quasi totalità dei due miliardi di euro a disposizione della Calabria. “A mio avviso –, riferisce la Ferrara – si è preferito inseguire un treno diretto in una direzione diversa da quella prefissata. Il Dipartimento è riuscito ad ottenere un buon risultato nella spesa solo ricorrendo ed abusando di tutte quelle operazioni di ingegneria finanziaria dirette proprio a mostrare che i fondi sono stati spesi. Operazioni consentite anche dalla Commissione, ma che nei fatti non rispettano la programmazione iniziale e non incidono sul reale sviluppo del territorio”.

In pratica alle Regioni in ritardo sulla spesa viene consentito di utilizzare in maniera ordinaria, strumenti invece “straordinari”. Come ad esempio il Pac (Piano d'azione per la coesione), istituito nel 2011 appositamente per colmare i ritardi ancora rilevanti nell’attuazione dei Programmi Operativi e, quindi, per accelerarne l'attuazione. In breve, la quota di cofinanziamento nazionale destinata al Por viene ad essere trasferita a favore degli interventi considerati prioritari dal Pac (bypassando così il ”problema” delle rigide scadenze comunitarie), invece, la quota di finanziamento comunitario pur restando invariata in valore assoluti assumerà un peso percentuale maggiore.

Si evita così il disimpegno sia delle risorse comunitarie non utilizzate, sia di quelle di cofinanziamento nazionale e, contestualmente, si ottiene l’aumento della percentuale di pagamenti effettuati. Il tutto avviene a scadenza di termine. I conti risulteranno a posto e si dimostra di aver raggiunto i target di spesa. “L'abuso dell'utilizzo degli strumenti di ingegneria finanziaria andrà ad incidere sulla qualità e sulla tempistica degli obiettivi da raggiungere nei vari programmi - conclude Laura Ferrara –. Si canti vittoria quando il Pil calabrese si sarà avvicinato a quello di altre regioni e non perché si è riusciti a far quadrare i conti con artifici contabili”.