Si avvicina il riconoscimento di Indicazione geografica protetta per il finocchio di Isola di Capo Rizzuto. L’Italia ha fatto la sua parte con la pubblicazione sul sito del Ministero delle Politiche agricole, Alimentari e Forestali del disciplinare di produzione. A renderlo noto è la senatrice Rosa Silvana Abate, capogruppo M5s nelle Commissioni Questioni regionali e Agricoltura, la quale ricorda che «la parola ora passa all'Ue che ha in valutazione il documento prima che venga approvato». Soddisfatto il Comitato promotore che lavora a questo ambizioso progetto da circa 5 anni.

Garantire tracciabilità del prodotto

In particolare, nel documento approvato nei giorni scorsi «viene presentato – spiega Abate - il marchio scelto e vengono descritti: il periodo di raccolta, l'aspetto, il colore, il sapore, l'odore e il calibro sia nella tipologia 'precoce' sia di quello 'tardivo'» del prodotto. Come indicato dal disciplinare, ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input e gli output». Ottenere questo riconoscimento è importante per «garantire la tracciabilità del prodotto» la cui «elevata specializzazione nella produzione si è tramandata nel tempo».

Abate riconosce il lavoro svolto dal Comitato di tutela del finocchio di Isola Capo Rizzuto che è stato promotore di tutto l’iter e «che ha visto una lunga interlocuzione da parte mia con i funzionari del Ministero delle Politiche Agricole soprattutto nella fase in cui la situazione sembrava essersi bloccata. Era un vero peccato perché il lavoro portato avanti dal Comitato per il Finocchio di Isola era già iniziato da diversi anni».

L’impegno del Comitato

E di anni, da quando Aldo Luciano, presidente del Comitato, si mise al lavoro per ottenere il riconoscimento ne sono passati cinque. Un’iniziativa, la sua, condivisa dagli altri produttori e sposata dall’amministrazione comunale di Isola di Capo Rizzuto dell’epoca, guidata da Gianluca Bruno, e da quella attuale, con a capo il sindaco Maria Grazia Vittimberga.

Luciano, che ha appreso con soddisfazione la notizia di questo importante passo in avanti, spiega che ottenere l’Igp significherebbe «un incremento di valore del prodotto non indifferente e la possibilità di interloquire con la grande distribuzione». Inoltre, il marchio porterebbe benefici anche sui versanti turistico ed enogastronomico: «Intanto, si darebbe maggiore visibilità al territorio in cui il prodotto viene coltivato, con ricadute positive anche sull’indotto, come ristoranti e attività produttive. Insomma, sarà un volano di sviluppo a 360 gradi».

I danni del maltempo

La produzione del finocchio di Isola di Capo Rizzuto, che arriva sulle tavole di tutta Europa, muove circa 50 milioni all’anno (indotto compreso) e la coltivazione si estende su circa 6mila ettari di superficie che abbraccia gli otto Comuni produttori (Botricello e Belcastro nella provincia di Catanzaro, e Mesoraca, Cutro, Crotone, Isola di Capo Rizzuto, Rocca di Neto e Strongoli nella provincia pitagorica).

Il comparto, come altre produzioni agricole, è stato particolarmente colpito dall’ultima ondata di maltempo che si è abbattuta sul crotonese a fine novembre, con danni che Luciano quantifica in circa 20-25 milioni di euro: «Abbiamo una sensibile riduzione della disponibilità della materia prima a causa della compromissione del prodotto provocata dagli eventi alluvionali».