Si entra obbligatoriamente con la mascherina, ma poi stando al tavolo si deve togliere, accomodandosi su sedie le cui spalliere devono essere distanti 1 m. l’una dall’altra: si torna nei ristoranti, ma con queste regole precise. Tra i ritrovi che si sono dovuti adeguare c’è anche l’enoteca "Donna Nela" di Polistena, nel Reggino, dove Giampiero Pecora e Giuseppe De Leo spiegano le linee guida varate dalla Conferenza Stato-Regioni, che per loro che sono stati chiusi senza effettuare servizio da asporto, significa la prima ripartenza.

«Mascherina obbligatoria per tutto il personale – ricorda De Leo – guanti per chi sta in cucina, gel igienizzanti e informazioni distribuiti all’interno del locale».

In effetti, i clienti che hanno scelto di uscire nella prima serata utile confermano che «la paura del contagio c’è, ma è al minimo, perché predomina la voglia di rilassarsi dopo 2 mesi di chiusura in casa». Anche una famigliola seduta al tavolo è in sintonia: «Dopo 2 mesi di pizze fatte in casa, non vedevamo l’ora di ritornare a uscire».

 

Si guarda al futuro con fiducia, specie nei locali che come questo che hanno la possibilità di utilizzare anche spazi all’aperto.
«Sono stati due mesi duri per noi – spiega Pecora – abbiamo scelto di attrezzarci, per garantire alti standard di sicurezza, evitando l’asporto. Non basta però la fiducia, serve anche un aiuto dello Stato quanto meno per posticipare ancora, o annullare del tutto, le scadenze fiscali che abbiamo».