La sfida è di quelle titaniche. Il Comune di Catanzaro intende trascinare in giudizio il Governo per l'iniqua distribuzione delle risorse agli enti locali. Già lo scorso gennaio ha inviato una diffida alla presidenza del Consiglio dei Ministri e al ministro dell'Economia e Finanze senza, tuttavia, ottenere risposta. 

Milioni di euro

«Stiamo parlando di milioni di euro all'anno per servizi essenziali quali il welfare, la polizia locale, la viabilità, i rifiuti, la depurazione» specifica il vicesindaco del Comune di Catanzaro, Gabriella Celestino. «Non era possibile, non è possibile rimanere ancora in silenzio. La diffida ha lo scopo di cambiare i modelli di calcolo e risarcire i calabresi e i cittadini di Catanzaro da questa ingiustizia che viene perpetrata da un difetto di calcolo». Gli uffici finanziari e quelli legali di Palazzo De Nobili ci lavorano già da tempo sulla scorta di un servizio della trasmissione televisiva Report andata in onda nel novembre 2020 e dall'acquisizione di dati dalla Fondazione Open Polis.

Il meccanismo errato

«Il meccanismo previsto dalla legge Calderoli non era sbagliato, ma l'applicazione che Governi di destra e sinistra negli anni hanno fatto» producendo una sperequazione nella distribuzione delle risorse. «Vale a dire - ha spiegato il vicesindaco - anziché applicare per i trasferimenti dallo Stato i lep, i livelli essenziali delle prestazioni, è stato preso a modello il fabbisogno standard creando l'enorme paradosso che i Comuni e gli enti locali che avevano una maggiore spesa perché più ricchi con un pil più alto avessero dei trasferimenti di anno in anno sempre più rilevanti. Al contrario, i Comuni del sud con livelli di pil molto basso e con enti locali in sofferenza si vedevano trsferito molto di meno».