“La difficoltà di produrre risultati significativi per il proprio territorio può portare, a chiusura dell'impegno parlamentare, a maldestri tentativi di mettere il cappello su battaglie altrui. La portavoce M5S Dalila Nesci sta provando, in tutti i modi, a strumentalizzare quanto fatto da me e dai deputati PD per stabilizzare finalmente gli LSU-LPU calabresi. Il 19 gennaio 2016 lei stessa alla Camera provava con un emendamento a far bloccare il finanziamento di 50 milioni di euro necessari per il pagamento di questi lavoratori per, sue parole, "sottrarre unità di personale alla 'ndrangheta".

 

"Adesso soffia sul fuoco delle difficoltà di amministratori e lavoratori, che si stanno facendo in quattro per garantire a 5000 famiglie calabresi il reddito che meritano, superando il lavoro nero legalizzato di questi anni nelle pubbliche amministrazioni. I fatti sono questi, tutto il resto è bieca propaganda sulle spalle di lavoratori che rischiano il posto di lavoro e di amministratori terrorizzati da chi semina odio piuttosto che lavorare per la propria terra”.

Di seguito lo stralcio dell’intervento sia della deputata Nesci del M5Stelle che della deputata Enza Bruno Bossio del partito democratico della seduta del 19 gennaio 2016

DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Aumentare in questo modo i fondi per le categorie di precari calabresi ha un effetto pericoloso e non giova all'emancipazione economica e sociale del territorio. In Calabria la politica vive in larga misura di promesse e qualcuno di voi, qui dentro, lo sa bene: ad ogni tornata elettorale garantisce l'assunzione o la stabilizzazione di persone che sperano legittimamente in un futuro lavorativo, nel frattempo, nei supermercati, nei negozi di abbigliamento o nell'edilizia, gli addetti ricevono una miseria e firmano buste paga gonfiate di proposito. Non c’è un altro posto nelle democrazie occidentali nel quale i lavoratori siano così privi di garanzie. La ’ndrangheta nasce da questo humus, da una parte, cioè, si illudono migliaia di persone, appese alle decisioni di palazzo e obbligate a una fedeltà elettorale che alla fine dovrebbe premiarle con un posto, uno stipendio forse, una misura tampone, dall'altra parte, invece, si ignora del tutto che la parte produttiva è completamente sfruttata e sottomessa. Questo non è uno Stato giusto, non è uno Stato di diritto, anzi è uno Stato che crea volutamente un sottile e strisciante conflitto sociale, costringendo i più giovani a piegare la schiena o, nella migliore delle ipotesi, a chiudere la valigia e ad andare via, magari all'estero. Il problema non sono i lavoratori che hanno perduto il reddito o l'hanno avuto a singhiozzo, il problema sono gli sfruttatori politici di questi precari. Mentre prosegue questa voluta distruzione del Mezzogiorno che oggi ha il suo cavallo di Troia nel Partito Democratico, le imprese, le start-up innovative sono abbandonate a loro stesse e anche ostacolate.

 

Questo emendamento, quindi, è un concreto intervento del MoVimento 5 Stelle per agevolare in Calabria un tessuto realmente produttivo e sottrarre unità di personale alla ’ndrangheta, favorendo così la libertà della democrazia. La maggioranza capisca anche una volta per tutte che il reddito di cittadinanza è una soluzione definitiva al ricatto perpetuo della politica la quale ha sempre lasciato nel bisogno le popolazioni meridionali, soprattutto calabresi per rimanere saldamente al potere. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO. Approfitto per chiarire una volta per tutte in quest'Aula che, quando si parla di precari calabresi, bisogna avere prima di tutto il rispetto di capire di che cosa si sta parlando. Ci sono vari precari calabresi come ci sono vari precari in Italia. Ci sono i cassintegrati in deroga, c’è la mobilità in deroga, ci sono i forestali e ci sono gli LSU e gli LPU. Gli LSU calabresi non sono dei lavoratori in mobilità in deroga o che hanno bisogno sostanzialmente di un sussidio. Sono dei lavoratori dipendenti a tutti gli effetti che finora hanno praticamente avuto per quindici anni un sussidio. Dal dicembre 2013 come parlamentari calabresi del PD, fornendo l'appoggio al Governo che è proseguito in questi due anni, abbiamo deciso di mettere fine allo sfruttamento del lavoro nero dei dipendenti della pubblica amministrazione dei comuni calabresi e degli enti territoriali e abbiamo avviato di concerto con il Governo un percorso non solo di contrattualizzazione ma di stabilizzazione. Dopodiché sicuramente esiste un problema del welfare in Italia che va riformato ma non facciamo confusione così come non facciamo confusione sull'altra categoria che sono i forestali calabresi che finora hanno difeso – quando erano in tanti, adesso sono pochi – le nostre città e i nostri territori. Quindi chiedo per favore rispetto del Mezzogiorno e nessuna strumentalità: la politica che, per così dire, usa i precari è quella che li vuole ammazzare come certi interventi che ho sentito in quest'Aula (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).