VIDEO | Il racconto di un imprenditore di Pianopoli testimone di un fenomeno che sta attanagliando tutta la Calabria. La Coldiretti invoca interventi immediati come la sterilizzazione
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«Di questo passo ad estinguersi saranno le aziende agricole. E nessuno se ne sta preoccupando. Eppure, si tratta di realtà che creano lavoro e un circuito di economia per la Calabria e l’intero Paese». A parlare così è Antonio Villella, titolare di un’azienda agricola certificata bio di Pianopoli, nel Lametino, testimone di una categoria, quella degli imprenditori del ramo, messa in ginocchio da colture violate, distrutte, anni e anni di fatica e sudore mandati in fumo da animali selvatici ormai incontrollati e per i quali la caccia è diventata un mero palliativo. In Calabria l’invasione dei terreni agricoli e non solo da parte dei cinghiali è diventata una vera e propria emergenza. Un vaso di Pandora difficile da richiudere, sfuggito di mano. Nel caso di questa azienda i danni importanti sono arrivati nel 2012 e da allora non hanno dato tregua. «Prima avevo dei buoni redditi – ci dice Villella – oggi non abbiamo operai, non ci possiamo permettere di assumere e sono costretto a lavorare con una media di guadagno di quindici-venti euro al giorno».
I cinghiali sono sempre di più e sempre più grandi. Nutrendosi dei frutti, distruggono anche le piante. Molti di questi hanno la tubercolosi e grufolando lasciano il virus sulle colture. Ma non solo. Per gli agricoltori irrigare la notte è diventato un vero e proprio rischio ci racconta Villela. Gli animali, complice il silenzio, entrano nei campi proprio nelle ore notturne, portando con sé le numerose cucciolate e attaccano chi temono possa minacciare la loro prole. La Coldiretti da anni su quello che sta diventando un vero e proprio dramma non molla la presa, anzi, lancia un grido di allarme sui nuovi scenari che si stanno disegnando: «Stanno aumentando i pericoli per l’incolumità delle persone, basti pensare agli incidenti causati dai cinghiali. La tubercolosi poi, si sta diffondendo sempre più tra questi animali e contemporanemante – denuncia Pietro Bozzo, dirigente Coldiretti – aumenta nei ristoranti la proposta di piatti a base di cinghiale e non vorrei che si stessero creando mercati paralleli e clandestini». Per Bozzo sono necessari interventi immediati come ad esempio la sterilizzazione.