Coniugare le sfide del Piano di Ripresa e Resilienza con i criteri dello sviluppo sostenibile, scandito certamente da investimenti green di compatibilità ambientale ma anche dall’etica sociale, dalla remuneratività del lavoro e dal rispetto per i diritti umani.

Il ruolo dei corpi intermedi

Nella lectio magistralis tenuta a Cosenza davanti al Parlamento delle Imprese, Tiziano Treu ribadisce il ruolo dei corpi intermedi nella costruzione di un tessuto imprenditoriale fedele ai dieci principi del Global Compact, il Patto delle Nazioni Unite al quale anche la Camera di Commercio ha aderito nel 2020, per favorire la promozione di una economia sana oltre che redditizia.

Dibattito vivace

Vivace il dibattito, ospitato nella sala Pietro Mancini, alimentato dai rappresentanti dell’organismo di confronto presieduto da Klaus Algieri, riunito in presenza per la prima volta in questa fase post-pandemica e, nell’occasione, allargato anche agli ordini professionali, in particolare dei medici e degli infermieri, con gli interventi di Eugenio Corcioni e di Fausto Sposato.

Le sfide rilanciate da Treu

Ministro del Lavoro negli anni novanta, Tiziano Treu, oggi alla guida del Cnel, ha messo in rilievo le due grandi sfide, sostenute dal Pnrr, il Piano di Ripresa e Resilienza: «Affrontare la nuova economia, digitale, verde, una economia indirizzata verso il bene di tutti e vincere le diseguaglianze accumulate nel passato in modo che la transizione abbia anche i connotati della giustizia sociale. Tutti dobbiamo fare la nostra parte: i corpi intermedi hanno l’entusiasmo giusto. Sono gli interpreti delle diverse sfaccettature della società, da quella imprenditoriale a quella sindacale e delle categorie. Ma devono cambiare approccio e mentalità nel senso della innovazione».

Nessuna discriminazione del Sud

«L’Italia è stata promossa – ha aggiunto Treu – perché il piano è stato scritto molto bene. Ma adesso comincia il difficile: abbiamo cinque anni davanti affinché gli obiettivi del piano diventino fatti concreti». Sulle polemiche relative alla ripartizione delle risorse tra Nord e Sud, Treu non ha dubbi: «Per la prima volta al Mezzogiorno è stata destinata una quota maggiore, pari al 40 percento, rispetto a quella matematica del 34». Ecco su questo tema specifico, la dichiarazione rilasciata al nostro network