Una speranza per il futuro fatta da cifre, numeri, percentuali. Sono quelle riportate nel report dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Calabria sul tema “Tendenze a inizio 2022, tra rischi e opportunità” che analizzando il mercato delle piccole e medie imprese afferma che nell’anno in corso è prevista una crescita del 3,9 per cento in più rispetto a quello precedente. Una percentuale che rimette quasi la regione in carreggiata con i dati del pil pre pandemici.

L'export fa da traino

In Calabria è l'export a dare le maggiori soddisfazioni e a palesarsi come il possibile traino di una rimonta. L’ammontare delle vendite oltre confine di prodotti legno, arredo, metalli, alimentari e altra manifattura, realizzati nei settori a maggior presenza di micro piccole realtà produttive, ha superato quello pre pandemia (I-III trimestre 2019) del +27,4%, grazie al recupero delle esportazioni di mobili (+65,6%), metalli (+33,2%), alimentari (+29,8%) e prodotti tessili (+0,4%).

La moda made in Calabria zoppica

Resta invece ancora preceduto da segno meno l’export dei prodotti moda made in Calabria (-32,4%) nonostante la performance positiva del tessile: il mancato recupero della Moda (38,9% dei settori di MPI) fa fermare a +1,9% i Settori di MPI (+8,3% al netto della Moda). A livello provinciale l’export di Mpi nel periodo primo-terzo trimestre 2021 recupera e supera i livelli pre crisi (I-III trimestre 2019) in modo più accentuato a Crotone e a Catanzaro.

Le cause

«Le imprese calabresi continuano a dare grande prova di vitalità e resilienza - afferma il presidente di Confartigianato Calabria Roberto Matragrano -. L’impulso alla crescita che ha caratterizzato per la maggior parte il 2021, oggi però rischia di subire nel concreto un forte rallentamento per la presenza di numerosi ostacoli, primo tra tutti i rincari dei costi energetici e delle materie prime. Moltissime la segnalazione delle imprese che stanno subendo un raddoppio dei costi sulle bollette, che si aggiunge ai rincari delle materie prime e al caro gasolio, con gli interventi del governo non sufficienti».

Aumentano le imprese

Dati incoraggianti riguardano anche il numero di nuove iscrizioni di impresa nell’anno 2021, permettendo la continuità della rigenerazione del tessuto produttivo imprenditoriale del nostro territorio, anche se inferiore a quello del 2019 (anno pre crisi), rimanendo inferiore del 7,6% (-754 unità). A livello settoriale, quello che cresce maggiormente è il settore delle costruzioni (+34,0%), mentre si osserva che il numero di start up, nel 2021 rispetto al 2019, registra una più accentuata riduzione nel manifatturiero (-25,8%) e nei servizi (-13,2%). Tra le province il numero di start up registrato nel 2021 rispetto a quello del 2019 subisce una riduzione più contenuta a Vibo Valentia (-3,6%).

Guida la classifica il settore edile

«La forte crescita avuta dal settore edile - prosegue Matragrano - è fortemente legata ai bonus edilizi introdotti dal Governo, ma anche in questo caso ci preoccupa l’incertezza legata alle continue modifiche che vengono introdotte sul tema dal Governo (9 in 20 mesi). Proprio l’ultima, prevista dal DL sostegni ter con i limiti alla cessione del credito, ha creato scompiglio nel settore e siamo lieti che il Governo abbia accolto le nostre sollecitazioni, modificandola».

Resta sempre negativo Il trend del turismo che ancora nei primi nove mesi del 2021 non recupera i livelli dello stesso perdiodo del 2019. Nella nostra regione, infatti anche a causa del crollo accentuato della presenza di turisti stranieri, la dinamica registrata è ampiamente negativa e pari al -44,7%. Il turismo, quindi, è ancora ben lontano dai livelli pre-crisi.