VIDEO | La società di quattro giovani è nata nel 2014 e oggi collabora con Eni, Terna e Anas offrendo servizi di consulenza. Un lavoro che potrebbe rappresentare la svolta nel settore della manutenzione (ASCOLTA L'AUDIO)
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«L'idea è quella di continuare a creare impresa e crescere per offrire lavoro ai nostri corregionali, affrontare nuove sfide che non siano esclusivamente regionali o nazionali». Parola di Antonio Mazza, imprenditore catanzarese di 33 anni e componente del giovane team fondatore della start up Dron-e. Il più giovane del gruppo ha 25 anni ma tutti con le idee ben chiare: restare in Calabria ma mirare all'Europa, dove i quattro imprenditori puntano a pilotare i propri droni.
I droni
La società è nata nel 2014 ma vanta già un palmares di tutto rispetto: collaborazioni con Eni, Terna e Anas a cui offre consulenze per la realizzazione di modelli digitali di qualsiasi infrastruttura: «Fin dall'inizio siamo stati colpiti da questa tecnologia, che sono i droni - racconta il project manager - su cui abbiamo creduto e puntato fin dall'inizio. Successivamente abbiamo capito che i droni potevano ospitare sensori e altre tipologie di strumentazioni consentendoci di effettuare rilievi, ispezioni e misurazioni in qualsiasi ambito. Oggi siamo tra i pochi ad impiegare - prosegue ancora Mazza - la tecnologia Lidar per ricostruire in 3d qualsiasi infrastruttura o ambiente e ottenere quello che viene definito il gemello digitale».
Il caso Genova
Si allargano così le prospettive al campo delle manutenzioni di grandi infrastrutture, mercato in forte crescita sospinto dal tragico crollo del ponte Morandi: «In tal modo consentiamo alla committenza di avere una rappresentazione geometricamente fedele di ogni infrastruttura. Certamente Genova ha rappresentato un punto zero per tutta Italia poichè ha espresso una problematica che si è spesso sottovalutata: nella gestione del ciclo di vita della infrastruttura la manutenzione è chiaramente la parte più importante. Purtroppo abbiamo visto che non è stato così e ci siamo resi conto che i droni assieme ai sensori erano senz'altro lo strumento giusto per velocizzare e soprattutto per collezionare dei dati che siano oggettivamente valutabili».
I lavori
È il caso ad esempio di una raffineria a Viggiano in Basilicata. Il gruppo di imprenditori ha dovuto effettuare una riproduzione in 3D della struttura che non possedeva più i disegni di progetto: «È stato uno dei primi lavori svolto all'interno di un ambiente decisamente pericoloso come una raffineria dove c'è rischio esplosione ma anche un rischio di creare danno all'infrastruttura o di avere interferenze che possono cagionare danno all'uomo. In questo caso, con i nostri droni siamo riusciti a ricostruire una ortorappresentazione fedele di tutto l'impianto».