Dopo la mobilitazione dei pensionati, questa mattina è stata la volta del personale della scuola sceso in piazza a protestare, ancora, contro la legge di Bilancio. Il sit in è stato inscenato davanti la sede dell'Ufficio scolastico regionale, una delegazione è stata poi ricevuta. «Noi rivendichiamo innanzitutto risorse che in legge di Bilancio non ci sono per riconoscere uno stipendio dignitoso a tutti i lavoratori della scuola rispetto ad una inflazione che nel triennio è del 18%, le risorse coprono appena un terzo» ha chiarito Domenico Denaro, segretario Flc Cgil Calabria. «Questo vuol dire adeguamenti assolutamente insufficienti rispetto a quello che è il costo reale della vita».

Le risorse sono poche per tutti i comparti, quello della scuola indebolito da progressive iniezioni di personale precario. «Il comparto della scuola credo che sia il comparto più precarizzato in assoluto, anche perché è il settore che oggi ha il maggior numero di addetti nel pubblico impiego e quindi inevitabilmente è il settore dove c'è il buono e il cattivo tempo. In questo momento c'è il cattivo tempo» ha aggiunto il sindacalista.

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In più la legge di Bilancio prevede nuovi tagli al personale docente e ata con gravi ripercussioni per una regione che già sconta difficoltà nel garantire una adeguata offerta formativa, soprattutto dopo l'entrata in vigore del dimensionamento scolastico. «Le classi sono sempre numerose per contro ci sono docenti in diminuzione, in considerazione del forte calo di studenti nella nostra regione» ha aggiunto Francesca Marino, docente di Castrovillari. «È una scuola dimenticata da tutti, le scuole non riescono a garantire talvolta l'ampliamento dell'offerta formativa di qualità e coinvolgere tutti gli studenti» ha aggiunto. 

«Non tutti gli studenti e le studentesse riescono a partecipare a progetti e iniziative pomeridiane perché non abbiamo adeguati collegamenti da e per i comuni del territorio».