«Voglio manifestare il più profondo sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie, e mi auguro che le istituzioni, che io stesso rappresento, possano intervenire per dare risposte concrete e attivare tutte le misure di aiuto a tutela di chi si trova a vivere quotidianamente il disagio di non avere più nulla». Sono le dichiarazioneidel consigliere regionale uscente Giuseppe Aieta che interviene sulla vicenda dei dieci lavoratori della clinica privata Tirrenia Hospital di Belvedere Marittimo, venuta alla luce grazie a un servizio della nostra emittente del 28 novembre scorso.

Situazione drammatica

Quel che starebbe accadendo nelle mura della struttura sanitaria attualmente gestita dal Gruppo Crispino, lo spiega lo stesso Giuseppe Aieta nella nota. «Niente stipendio da sette mesi e nemmeno la copertura degli ammortizzatori sociali. Ecco la situazione di 10 lavoratori, 10 persone prima di tutto, che in questo momento di crisi dolorosa, umana ed economica, si trovano da soli ad affrontare un disagio gravissimo che pesa su famiglie che non possono sopportarlo». Poi continua: «La loro vicenda è spinosa e travagliata. Dopo essere stati posti in cassa integrazione, a causa dell’emergenza Covid, insieme a circa un terzo del personale dallo scorso aprile, da luglio sono stati i soli a non essere stati richiamati sul lavoro. Inoltre, un accertamento dell’Inps, effettuato all’interno della struttura, ha bloccato anche la possibilità di applicare a questi dipendenti i benefici degli ammortizzatori sociali».

Nuove assunzioni nella struttura?

Ma la vicenda, come se non bastasse, potrebbe essere ancora più contoversa. «Tutto questo - sostiene ancora Aieta - accade mentre la stessa Casa di Cura “Tirrenia Hospital”, pare stia addirittura assumendo nuovo personale e aprendo nuovi ambulatori». Il riferimento, con tutta probabilità, è a un post apparso sui social, e poi rimosso, pubblicato da un medico, in cui si annunciava l'apertura di nuovi ambulatori entro le mura della struttura sanitaria belvederese. Intanto, l'Inps starebbe continuando ad indagare sulle reali necesità della società facente capo all'imprenditore Giorgio Crispino di ricorrere al metodo di pagamento della cassa integrazione.