“Le mie aziende sono vittime delle banche – ha dichiarato De Masi – una delle maggiori organizzazioni criminali in Italia. Mi hanno rubato 6 milioni di euro, e, nonostante la sentenza della Cassazione, non riesco ad ottenere il risarcimento che mi è dovuto. Questo perché hanno un potere intoccabile. Poi però si prostituiscono con i mafiosi, concedendogli quello che vogliono. Sono stanco, arrabbiato e depresso”. Uno sfogo amaro, duro, quello di De Masi, che oggi ha voluto partecipare alle manifestazioni dei sindacati a Reggio, in occasione dello sciopero generale indetto da Cigl e Uil.


“Non è un paradosso che io sia qui, perché la mia vita e la mia storia lo testimoniano – ha spiegato l’imprenditore – i lavoratori e l’azienda sono sempre stati una famiglia. Nel mio caso non c’entra il conflitto sociale, c’è un conflitto di legalità”. Un conflitto che l’imprenditore sta portando avanti insieme ai suoi dipendenti. Da tre giorni, quarantatré di loro sono in sciopero della fame, per chiedere un immediato intervento del governo a sostegno delle aziende di De Masi.