«Vogliamo credere che le recenti affermazioni del presidente Raffa, in ordine alla possibilità che le quote della Sogas siano attribuite direttamente ai 97 Comuni che fanno parte dell'attuale Provincia, siano solo una boutade. Altrimenti dovremmo desumere che la classe politica abbia compreso ben poco della epocale novità rappresentata dall'istituzione della Città metropolitana quale nuovo ente di governo del territorio».

 

È quanto afferma, in una nota, il presidente di Confindustria Reggio Calabria Andrea Cuzzocrea in relazione alle dichiarazioni del presidente dell'Ente intermedio reggino sulla situazione della società di gestione dell'aeroporto dello Stretto.
«Il nuovo livello di governance – aggiunge il rappresentante degli industriali reggini – prevede infatti, in ossequio alle disposizioni del Dpcm del 26 settembre 2014 (di attuazione della legge Delrio), che le società a capitale pubblico, in atto gestite dai vecchi enti intermedi, passino in capo alle Città metropolitane che andranno a rimpiazzare in tutto e per tutto le amministrazioni in via di abolizione, ereditandone beni, risorse finanziarie, umane strumentali ed organizzative. Riteniamo che sulla Sogas e più in generale sull'aeroporto dello Stretto sia indispensabile andare oltre quell'atteggiamento autoreferenziale che troppo spesso la politica sta dimostrando, da tutte le parti e in tutti gli enti coinvolti. Non ci piace questo confronto – evidenzia il leader dell'associazione di Via del Torrione – o forse sarebbe meglio dire latente scontro, tra istituzioni che sembrano assumere posizioni più funzionali a una politica sterile che punta solo all'autoconservazione, piuttosto che al perseguimento dell'interesse generale della salvaguardia dell'aeroporto. La provocazione, se tale era, di cedere le quote ai 97 Comuni della Provincia cela in realtà un problema serio e concreto: gli enti locali oggi versano in condizioni economico-finanziarie drammatiche, a decine sono in dissesto e moltissimi altri sono tecnicamente in predissesto, dunque non hanno la possibilità di acquistare neppure uno spillo senza ricorrere a una formale autorizzazione ministeriale. In quest'ultima categoria – ricorda Cuzzocrea – rientra anche il Comune capoluogo che oggi non può andare oltre le dichiarazioni d'intento. Se questo è, però, Confindustria Reggio Calabria ritiene fondamentale uno scatto d'orgoglio e di responsabilità della classe politica che, invece di avanzare improbabili ipotesi sulla futura proprietà e sul futuro modello di gestione della società dello scalo, dovrebbe semmai sedersi attorno a un tavolo per capire qual è la prospettiva a cui si intende lavorare per l'aeroporto dello Stretto. Forse – puntualizza il presidente di Confindustria Reggio – sarebbe il caso che i soci si ritrovassero attorno a un tavolo per ragionare seriamente non dei posti nel consiglio di amministrazione ma del modo in cui salvare e rilanciare il "Tito Minniti"». Per questo Cuzzocrea sostiene che «Confindustria è pronta a fare fino in fondo il suo ruolo di soggetto aggregatore». E da qui la proposta di un vertice operativo e concreto da tenersi nella sede dell'associazione degli industriali. «Un momento di confronto e proposta – conclude il presidente degli Industriali reggini - all'interno del quale far confluire idee e progetti che servano alla definizione di un'azione di rilancio di ampio respiro, e che punti senza tentennamenti sul ruolo strategico che lo scalo riveste per il territorio reggino e per la più vasta area dello Stretto».