VIDEO | Oggi nuova riunione interlocutoria tra Comune, società e sindacati: si sta valutando di rinnovare i contratti a termine attingendo «a una nuova normativa emergenziale per risolvere la questione almeno nell’immediato»
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Una riunione interlocutoria tra Comune di Crotone, Akrea, rappresentanti dei lavoratori e sindacati per cercare di trovare una soluzione alla vicenda degli operai ex Akros, oggi in organico alla municipalizzata che si occupa di raccolta rifiuti in città, ma con contratti a termine, in scadenza e non più rinnovabili, rimasti fuori dall’accordo del 2016 (quando venne dismessa la società pubblica che si occupava di raccolta differenziata) che prevedeva la loro graduale assunzione a tempo indeterminato. Un documento che oggi non sarebbe più valido, perché la normativa in materia è cambiata. Ma i lavoratori rivendicano il posto di lavoro e il diritto a essere stabilizzati e per questo protestano da giorni, occupando la sala consiliare.
L’ipotesi in campo
Dall’incontro di oggi pomeriggio, sarebbe emersa una soluzione temporanea che, se giuridicamente percorribile, sarà messa nera su bianco in un nuovo accordo tra Comune e sindacati: «Di regola – spiega l’assessore comunale, Sandro Cretella, non ci sarebbero possibilità, ma stiamo valutando di poter attingere a una nuova normativa emergenziale per cercare di risolvere la questione almeno nell’immediato. Tutto questo presuppone un nuovo accordo con i sindacati, noi abbiamo sottoposto una bozza, vedremo». «Se si ricorre al decreto Sostegni bis, ci sono nuove clausole che giustificherebbero la proroga dei contratti, soprattutto in uno stato di emergenza rifiuti come quello che sta vivendo la città di Crotone» sottolinea Fabio Tomaino, segretario generale della Uil di Crotone. In particolare, l’ipotesi in campo è quella di «una proroga che – aggiunge Cretella - consentirebbe di proseguire l’attività lavorativa, tenuto conto dei precedenti rapporti che hanno intrattenuto i dipendenti, fino a una durata massima di 24 mesi».
Assunzione lontana
L’assunzione con contratto a tempo indeterminato, insomma, resta lontana, per ora «perché quello che emerge è la necessità di ricorrere alle regole dell’evidenza pubblica» sottolinea l’assessore. «È un argomento, questo, che deve riguardare tutta la struttura di Akrea, che – aggiunge Tomaino - deve muoversi nella logica di un piano industriale. Se la raccolta differenziata deve partire seriamente, servono investimenti in mezzi e personale. Non basterà ricorrere agli ex Akros, ma servirà rigenerare l’organico, con un piano di incentivi all’esodo e senza questi lavoratori l’azienda rischia di andare in difficoltà».
Per il sindacalista della Uil, è il momento di fare un ragionamento complessivo: «In Akrea, ci sono anche gli ex ausiliari del traffico, dei quali una parte al lavoro e una parte in cassa integrazione. Poi c’è il tema del verde pubblico visto che il Comune dal primo gennaio 2022 sembra voglia internalizzare il servizio e quindi non rinnovare la convenzione con Akrea. E poi c’è la questione ex Akros, che può seguire diversi canali. L’accordo prevedeva già nel 2016 l’ingresso di questi lavoratori attraverso due sistemi: o con l’aumento della raccolta differenziata – sempre seguendo la logica della sostenibilità economica – oppure attraverso i pensionamenti. E dal 2016 ad oggi, di pensionamenti ce ne sono stati in Akrea, si sono liberate risorse, ma quell’accordo non è stato rispettato, investendo in nuovo personale, altrimenti questi erano già tutti dentro».
L’occupazione continua
L’esito del tavolo ha soddisfatto parzialmente i lavoratori, ai quali l’ennesima proroga appare il male minore rispetto a perdere il posto di lavoro. Ma fino a quando non sarà siglato il nuovo accordo, non intendono andare via dalla sala consiliare. «Sono stanchi di questo utilizzo a singhiozzo, perché la stabilizzazione è un diritto che hanno maturato, frutto di quel vecchio accordo che ha consentito già ad altri colleghi di entrare in Akrea» commenta Tomaino.