Terza protesta in piazza della Resistenza per i pescatori di Crotone e Le Castella dopo lo stato di agitazione proclamato quasi due settimane fa. Mentre prosegue il sit-in al porto, una delegazione di manifestanti è tornata davanti al Comune di Crotone per sollecitare il sindaco, Vincenzo Voce, a convocare gli altri sindaci dei comuni costieri del Crotonese beneficiari delle royalty erogate dall’Eni come indennizzo per la presenza delle piattaforme estrattive in mare.

Un accordo tra i sindaci da portare in Regione

Ristori che i pescatori non ricevono dal 2014 perché esclusi dall'accordo di programma del 2017 che disciplina la distribuzione delle risorse a regione e comuni. Per discutere della revisione di quell'accordo, martedì prossimo i sindaci sono stati convocati in Regione, ma a quell'appuntamento i pescatori vorrebbero che i primi cittadini arrivassero con un documento congiunto, prendendo spunto dalla bozza di protocollo di intesa proposta nella riunione della settimana scorsa. «Arrivare in Regione senza questo accordo vorrà dire perdere ulteriore tempo e quindi non arrivare alla conclusione della vertenza» spiega Stefania Taverniti, segretario Flai Cgil di Crotone. «È chiaro che ora molto dipende dai sindaci perché il protocollo di intesa va fatto tra i sindaci, quindi in Regione si dovrebbe solo ratificare il documento per chiudere questa vicenda che sta diventando davvero pesante» ha aggiunto il deputato Sergio Torromio (Forza Italia), che proprio questa mattina ha incontrato il sindaco Voce.

Nulla di fatto nell’incontro con Voce

Con lui anche Manuela Asteriti, presidente dell’associazione dei pescatori crotonesi, che al termine della riunione non ha portato buone notizie ai manifestanti: «Noi abbiamo solo chiesto che gli otto sindaci dei comuni beneficiari incontrino i pescatori per concordare un percorso comune. Ad oggi registriamo la loro indisponibilità a incontrarci. Voce mi ha persino detto che l’incontro in Regione serve per verificare la possibilità di modificare l’accordo di programma, siamo all’anno zero».
Gli animi dei manifestanti, stanchi ed esasperati dopo quasi due settimane di protesta, si sono accesi, ma dopo qualche minuto, la situazione è tornata alla normalità. Lo stato di agitazione dei pescatori continua e non vengono escluse, in caso di mancata risoluzione della vertenza, nuove e più eclatanti forme di protesta.