Il territorio è impreparato alle sfide che lo attendono. L’allarme, il presidente di Confindustria Crotone, l’aveva lanciato qualche giorno fa, a seguito della riunione del Consiglio direttivo. Oggi, lo ribadisce il presidente Mario Spanò, preoccupato che la città si lasci sfuggire l’occasione di risollevarsi per l’incapacità di gestire le ingenti risorse in arrivo.

Da crisi economica a crisi sociale

«Ne siamo convinti: in questo momento – ci spiega Spanò - il territorio non è preparato. Oggi, abbiamo la necessità di un territorio diverso, che sappia affrontare le problematiche che ci sono. Arriveranno tanti soldi, tante risorse - comunitarie, fondi nazionali e regionali - ma ci sono anche finanziamenti già disponibili che non si riesce a spendere. Questa è una città che soffre e dobbiamo capire tutti che non stiamo ripartendo da dove abbiamo lasciato, prima della pandemia. Oggi è un mondo completamente diverso e se noi non capiamo questo, non abbiamo capito niente. C’è una crisi pandemica, una crisi economica, che diventerà presto una crisi sociale perché nel momento in cui tutte le persone in cassa integrazione dovessero essere licenziate, ci saranno grossi problemi per lo sviluppo del territorio».

Servono competenze e professionalità

Ma cosa manca al territorio per poter gestire al meglio le risorse in arrivo? «Manca una cabina di regia forte, composta da professionisti e persone capaci. Noi dobbiamo recuperare tanto e di conseguenza abbiamo la necessità di dover intervenire con professionalità forti e di esperienza che hanno già fatto bene altrove. Se noi pensiamo di poterci risollevare solo con le nostre forze, probabilmente non ce la faremo mai».

Macchina amministrativa inadeguata

A frenare lo sviluppo delle imprese, anche la lentezza della macchina amministrativa del Comune di Crotone che, a causa dell’atavica carenza di organico, non riesce a istruire efficientemente le pratiche utili per l’accesso ad agevolazioni e finanziamenti. L’amministrazione comunale ha approvato il piano triennale del fabbisogno del personale che permetterà di procedere a 199 assunzioni in tre anni, ma non basta: «Apprezziamo l’iniziativa, ma tra tre anni – quando la pianta organica sarà completa – è tardi, non sappiamo neanche che fine faremo».

Lavorare insieme

Ecco dunque l’appello alla concertazione: «Proprio perché c’è questa carenza di organico, si deve avere una visione con le associazioni di categoria, con i sindacati, con tutti, partendo dal basso e coinvolgendoli». Spanò propone di lavorare tutti insieme persino di notte e di domenica purché si cerchi di recuperare i ritardi: «Bisogna lavorare con serietà, concretezza, determinazione e soprattutto con fatti perché non possiamo continuare a fare parole. Oggi è l’ultima occasione, se riusciamo a prendere questo treno, bene, altrimenti la città probabilmente non si risolleverà mai più e non risolverà mai più i problemi che ci sono ormai da tanti anni».

In attesa dei ristori dell’alluvione

Come se non bastasse, ad aggravare la già difficile situazione delle imprese, è intervenuta anche l’alluvione del novembre scorso: «Tramite Unindustria abbiamo sollecitato Regione Calabria e Protezione Civile affinché i fondi che devono dare ristoro alle aziende colpite arrivino nel più breve tempo possibile. È davvero inconcepibile che da noi ci siano questi tempi così lunghi».