VIDEO | Dopo che il fondo Heritage ha ritirato la sua offerta, l’azienda non ritiene più percorribile la strada dell’affitto a termine con opzione di acquisto
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Non mancano i colpi di scena nella vicenda dell’Abramo Customer Care. Prima la proroga per la presentazione del piano concordatario concessa dal tribunale di Roma, poi due giorni fa, il fondo Heritage ha ritirato l’offerta per l’affitto a termine della società. Oggi i vertici dell’Abramo fanno sapere di star valutando l’ipotesi della cessione delle attività nell’ambito di un’asta pubblica.
La nota diramata da Giovanni Orestano, direttore generale dell’azienda che occupa circa 4mila dipendenti in Calabria, ricostruisce quanto sarebbe avvenuto negli ultimi giorni: «Il tribunale di Roma, a fronte di due proposte di affitto con opzione sul successivo acquisto, in data 19 marzo ha risposto sia al fondo Heritage che al secondo partecipante (la società reggina System House, ndr), chiedendo ulteriori garanzie a supporto della proposta di affitto».
Orestano conferma poi quanto sostenuto dai sindacati e cioè che gli irlandesi hanno valutato le garanzie richieste «estremamente gravose dal punto di vista dell’impegno finanziario», spiegando che «la scadenza per la risposta da parte dei due partecipanti era stata fissata al 23 marzo».
Il 24 marzo scorso, come noto, il fondo Heritage ha comunicato «di non volere proseguire nel percorso di affitto di ramo d’azienda, ritenendo quanto richiesto non coerente con le proprie valutazioni. Ha invece espresso la propria disponibilità a valutare la partecipazione ad un’asta finalizzata all’acquisto d’urgenza della società. Il Tribunale valuterà tale richiesta così come quella della concorrenza, rispetto alle quali si esprimerà nei tempi che riterrà opportuno».
«Secondo la valutazione di Abramo CC – si legge ancora nella nota -, al di là delle considerazioni che il tribunale farà circa le offerte sul tavolo, sono venute meno oggi, per le informazioni a disposizione, le condizioni per perseguire la strada dell’affitto. La società sta quindi approfondendo con i propri legali la possibilità di ipotesi della cessione delle attività nell’ambito di un’asta pubblica».