VIDEO | Dopo il ritiro della proposta del fondo Heritage, si chiede di accelerare le procedure per garantire i livelli occupazionali. Intanto, i lavoratori valutano l’organizzazione di una manifestazione pacifica di protesta
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Il passo indietro del fondo irlandese Heritage sulla vicenda Abramo Customer Care ha colto di sorpresa i sindacati. «Alla luce delle recenti richieste di integrazione documentale fatta dal tribunale di Roma, soprattutto rispetto alle garanzie economiche, e tenuto conto dei proclami degli ultimi mesi, anche a mezzo stampa, ci saremmo aspettati una pronta risposta e non un ritiro» sottolineano in una nota le segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl E Uilcom-Uil.
«Concentrarsi sull’unica offerta rimasta»
Il ritiro dell’offerta degli irlandesi non è dunque una buona notizia, per questo ora bisogna concentrarsi sull’offerta rimasta in campo, quella cioè presentata da System House. La Uil, nel corso dell’ultimo tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone, aveva proposto di invitare il appresentante dell’azienda per conoscere meglio la proposta avanzata. Agostino Silipo avrebbe già dato disponibilità a partecipare al prossimo incontro, che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni.
I sindacati: «Fare in fretta»
Che il tempo non giochi a favore della risoluzione della vicenda, i sindacati l’hanno ribadito più volte, e anche oggi tornano a chiedere che si faccia in fretta. «Bisognerebbe dare un’ulteriore accelerata alla decisione del tribunale per far sì che se quello (di System House, ndr) è un progetto sostenibile e di rilancio diventi ufficiale. Questo ci consentirebbe di metterci da subito al lavoro per discutere le fasi che interessano soprattutto le professionalità dell’azienda» spiega Fabio Tomaino, segretario generale della Uil di Crotone.
Ma il tempo non è l’unico nemico: «L’altro è l’assenza istituzionale. Doveva esserci una garanzia istituzionale con l’apertura di un tavolo di crisi presso i ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro, che purtroppo ancora oggi non c’è».
Attenzione ai lavoratori
Le segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl E Uilcom-Uil, nel frattempo, fanno sapere di portare avanti «le interlocuzioni con i committenti affinché mantengano le attività in essere, vero valore pulsante dell’azienda assieme alla professionalità e l’esperienza dei lavoratori, consapevoli che lo strumento della “clausola sociale” rappresenta un paracadute per la salvaguardia dell’occupazione e la estrema ratio per la risoluzione di una vertenza così complessa che impatta migliaia di lavoratori calabresi».
I dipendenti dell’Abramo Customer Care – oltre tremila quelli impiegati in Calabria - «meritano che venga posta fine allo stato di agonia al quale sono sottoposti ormai da troppo tempo. Lavoratori e lavoratrici che, nonostante le difficoltà contingenti legate alla pandemia e quelle economiche relative a pagamenti differiti, nonché all’applicazione del fondo di integrazione salariale, hanno garantito livelli di servizio con professionalità e responsabilità nei confronti dei diversi committenti. Un patrimonio umano e professionale da garantire e non certo da disperdere. Chi ha tempo non aspetti tempo» evidenzia inoltre in una nota la segreteria regionale dell’Ugl Telecomunicazioni.
Intanto, alcuni dipendenti dell’azienda vorrebbero far sentire anche la loro voce, dopo mesi di silenzio, e stanno valutando di organizzare un sit-in pacifico, che potrebbe tenersi già domenica 28 marzo.