VIDEO | Il 13 gennaio i giudici di Roma dichiareranno l'amministrazione straordinaria o il fallimento. Obiettivo di istituzioni e sindacati è salvare i posti di lavoro ancora in capo all'azienda, circa un migliaio
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È tornato a riunirsi ieri sera, dopo mesi di stop, il tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone per seguire la crisi aziendale dell’Abramo Customer Care. Un confronto necessario tra istituzioni e parti sociali alla luce della richiesta dell’azienda di revoca del piano concordatario, dopo che tutti i tentativi di vendita sono falliti. Il Tribunale di Roma è chiamato a esprimersi nell’udienza del 13 gennaio prossimo, valutando – in presenza di determinati requisiti - l’avvio dell’amministrazione straordinaria.
Verso l’amministrazione straordinaria
«L’intenzione – spiega l’avvocato Giuseppe Donnici, esperto in diritto fallimentare -, credo sia quella di vendere un’azienda che è ancora risanabile e far sì che possa essere ricollocata sul mercato e ripartire, probabilmente, con un altro imprenditore. Un mercato che al momento è in grande fermento. Quindi l’auspicio è che il tribunale accerti l’insolvenza e dichiari poi l’apertura dell'amministrazione straordinaria, una procedura che prevede l’ingresso, come attore principale, del Mise. In tale scenario, per i lavoratori non cambia nulla: continueranno a lavorare e a essere la ciliegina sulla torta di questa azienda».
L’avvocato mette da parte, per ora, l’ipotesi di un fallimento: «Se sussisteranno determinati requisiti, il tribunale deve aprire l’amministrazione straordinaria, non è una scelta. Sono fiducioso che verranno fatti tutti gli sforzi per ottenerla e laddove dovesse essere dichiarato il fallimento, il tribunale può decidere, sin dall’inizio, l’esercizio provvisorio dell’impresa. Significa che i lavoratori continueranno a lavorare fino a quando l’impresa verrà venduta. È chiaro che parliamo di due situazione diverse: l’amministrazione straordinaria è finalizzata al risanamento dell’azienda, il fallimento ha un intento meramente liquidatorio».
Salvare i posti di lavoro
L’obiettivo comune è salvare ogni singolo posto di lavoro: dei tremila dipendenti in Calabria, circa duemila hanno trovato continuità occupazionale grazia all’applicazione della clausola sociale, come successo di recente per gli operatori applicati alla commessa Poste e transitati nella System House.
«Ora il problema – osserva il deputato Sergio Torromino, di Forza Italia - deve spostarsi a livello ministeriale ed è là che bisogna incidere. Il 13 gennaio ci sarà la sentenza del tribunale che deciderà per l’amministrazione straordinaria o per il fallimento. Noi ci auguriamo la prima ipotesi, per avere più tempo per poter agire anche a livello politico. Il tavolo ministeriale servirà a indirizzare le commesse rimanenti su altre realtà. Il destino dell’Abramo è segnato, dispiace perché è stata parte della storia del Crotonese, ma ora ci interessa salvaguardare il perimetro occupazionale».
Il tavolo al Mise, in realtà, è già aperto, ma si è riunito solo due volte, l’ultima in estate: «Non voglio polemizzare, non è il caso, ma - aggiunge Torromino - mi è sembrato molto blando. Invito tutti i miei colleghi a sensibilizzare il sottosegretario Todde su questa problematica che per la città di Crotone è fondamentale».
«Nell’eventualità venga avviata una cessione dell’azienda, la clausola sociale avrà e deve avere il suo valore – assicura la deputata Elisabetta Barbuto, del Movimento Cinque Stelle – Noi non lasceremo le cose a metà e continueremo a seguire e a stimolare il tavolo ministeriale, che prenderà vita nuovamente nel momento in cui si avranno le decisioni da parte del tribunale».
Regione Calabria assente
All’incontro, che si è svolto in modalità mista (in presenza e in videoconferenza) e presieduto dal presidente del Consiglio comunale di Crotone, Giovanni Greco, erano presenti anche i sindacati, il presidente della Provincia di Crotone, il sindaco di Crotone, alcuni assessori e consiglieri comunali, il parlamentare Nico Stumpo. Assente, la Regione Calabria che fino ad oggi ha partecipato a un solo incontro: «Mi spiace – commenta Barbuto - come calabrese, non è una cosa bella. In uno degli incontri qua al Comune di Crotone ha partecipato l’assessore Orsomarso, poi non c’è stata continuità. In quella occasione ci fu solo un attacco politico, con la ricerca di responsabilità inesistenti. Non è questo il modo giusto di approcciarsi a un tavolo in cui si cerca di risolvere un problema che per Crotone può diventare veramente drammatico».