"Gentile On.le Dorina Bianchi,

 

ho letto con molta attenzione alcune Sue dichiarazioni sulla ripresa in atto nel Mezzogiorno d'Italia. L'anticipazione dei dati della Svimez indica una crescita dell'1% del PIL aggregato del Sud nel 2015 rispetto al 2014. E’ una tendenza evidenziata da moltissimi altri enti di ricerca (decimale in più, decimale in meno). A cascata si potrebbe essere indotti a pensare che questa crescita sia distribuita in modo uniforme su tutto il territorio meridionale e, quindi, anche in Calabria. Purtroppo non è vero, perché le variazioni annuali del PIL calabrese sono irrisorie.

 

In ogni caso, alcune cautele sono necessarie prime di poter dire che siamo usciti dalla crisi e che il rallentamento del declino sia merito delle manovre di politica economica nazionale. Eccone alcune.

 

A) Stiamo parlando di una grandezza aggregata, che è la sintesi di molte componenti sia dal lato dell'offerta che della domanda aggregata. Per poter dire qualcosa in più occorre guardare dentro la scatola, perché l'effetto finale potrebbe essere banalmente dovuto ad un effetto composizione e/o di aggiustamento di qualche specifica componente all'andamento del ciclo. E, quindi, scomparire tra qualche mese.

B) Poiché in Calabria e nel Mezzogiorno non è successo alcunché di determinante nelle condizioni strutturali del sottosviluppo delle aree, è ragionevole pensare che queste irrisorie variazioni siano solo aggiustamenti al ciclo, ossia rimbalzi tecnici.

.C) Dato B, è rischioso dire che abbiamo ripresa. Crea illusioni

D) Sarebbe socialmente più importante guardare anche alle dinamiche del mercato del lavoro (in Calabria l’occupazione è diminuita dell’1,4% dal 2014 al 2015) perché l’ottimo sarebbe avere un equilibrio di crescita con occupazione, piuttosto che con disoccupazione. A riguardo, dovrebbe fare riflettere molto che l’occupazione aggregata sia diminuita, nonostante gli incentivi fiscali alle imprese per i nuovi contratti a tempo indeterminato sottoscritti nel 2015.

E) Sarebbe importante poter dire qualcosa sulle grandezze pro-capite, con l'avvertenza, in questo caso, di guardare alle dinamiche anche della popolazione. A parità di PIL, quello pro-capite aumenta se l'emigrazione continua a tassi elevati. Quelli che rimangono sembrano relativamente più ricchi, ma non è una buona cosa per le prospettive della regione.

F) Prima di parlare di crescita è necessario che le variazioni positive di qualsiasi variabile siano persistenti (diremmo che una rondine non fa primavera) e, magari, a 2 cifre.

 

Poiché immagino che Lei non sia interessata al breve periodo, bensì abbia voglia di impegnarsi sulle determinanti dello sviluppo di medio periodo, credo che possa attivarsi per promuovere in Calabria una crescita che si basi sulle caratteristiche della persistenza e dell'auto-sostenibilità. Tutti gli studi economici indicano che la povertà della Calabria e del Sud sia l'esito di processi scontati in economia: se per decenni si è fatto ben poco per incidere sui fattori della crescita di lungo periodo, è ovvio, quindi, che il declino diventi strutturale (la crisi lo ha esasperato). Questo vale per il passato - per spiegare dove siamo - ma vale anche oggi - per capire dove saremo.


Spero che (1) avremo occasione di un confronto su questi temi (2) si mostri più cautela nelle dichiarazioni che si fanno nella lettura di queste informazioni aggregate (3) ci si impegni come rappresentanti nel Governo nazionale per incidere sui motivi reali del sottosviluppo di questa regione".