Aumentano dirigenti e imprenditrici. È quanto emerge dal report della Fondazione studi dei consulenti del lavoro. Il presidente: «Essenziale rafforzare le politiche di sostegno all'occupazione femminile»
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A seguito della pandemia da Covid, scoppiata nel 2020, «le donne hanno faticato di più a recuperare i livelli occupazionali ma nel 2024 il tasso di crescita delle lavoratrici (+2,3%) è stato di gran lunga superiore a quello degli uomini (+1,4%)». E, globalmente, il segmento rosa ha registrato «un incremento netto di 227.000 unità su 413.000 nuovi occupati», dunque se ne deduce che il comparto femminile «ha determinato il 55% del saldo occupazionale dell'anno».
A metterlo nero su bianco è la Fondazione studi dei consulenti del lavoro, che ha effettuato delle elaborazioni su dati Istat diffusi oggi, a due giorni dall'8 marzo, festa internazionale della donna.
A trainare la crescita dei posti «in modo significativo - si legge nel documento - sono state le persone fra i 55 e i 64 anni, ma dinamiche positive si riscontrano anche tra le giovani». E non è tutto perché, si evidenzia, se le opportunità d'impiego sono lievitate, c'è stato pure un netto «miglioramento della condizione professionale e contrattuale: tra il 2019 e il 2024, infatti, è aumentato il numero di quadri, dirigenti e imprenditrici (+31%), ma anche di occupate nelle professioni intellettuali (+6,5%) e tecniche (+6,8%)», tanto che «su 385.000 nuove occupate, ben 284.000 svolgono mansioni a elevata qualificazione».
A livello territoriale, poi, recita ancora il dossier, è il Sud che ha registrato livelli di crescita più elevati: tra il 2019 e il 2024, l'incremento occupazionale femminile (146.0000 lavoratrici in più) è stato del 6,4%, il doppio del Centro (3,1%) e del Nord (3,2%).
Per il presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro Rosario De Luca, seppure nel segmento 'rosa' persistano «criticità come il part-time involontario, il divario retributivo di genere e le difficoltà di conciliazione tra vita professionale e personale», la crescita dei numeri del lavoro femminile fa capire come sia «essenziale rafforzare le politiche di sostegno all'occupazione femminile, promuovere l'accesso delle donne alle professioni più qualificate e ridurre le disparità territoriali».