Firenze per gli alberghi, Viterbo per i ristoranti, Ravenna per il cibo: sono le città con i maggiori rincari, secondo la classifica stilata dall'Unione nazionale consumatori che ha fotografato l'andamento dei prezzi per i servizi di alloggio, di ristorazione, cibo e bevande, elaborando gli ultimi dati Istat sull'inflazione annua di maggio. Ma nella classifica dei rincari spunta anche la Calabria, con Cosenza che si inserisce nella classifica sugli aumenti per i servizi di ristorazione e per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche.

Per i servizi di alloggio, ossia alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù, se costano in media nazionale il 13,6% in più rispetto a maggio 2022, in alcune città il balzo è assai maggiore. A Firenze, che vince la classifica, il rialzo annuo è del 53%. Al secondo posto Palermo, con un incremento del 35,9%. Medaglia di bronzo a Milano con +27,7%.

Per i servizi di ristorazione, ossia ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria, i divari tra le città sono meno forti rispetto agli alberghi. A fronte di un'inflazione annua pari, per l'Italia, al 6,5%, a Viterbo il conto del ristorante sale del 15,3% rispetto a un anno prima. Al secondo posto Brindisi, con +12,3% e al terzo Cosenza, +11,5%.

Per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, aumentati in Italia dell'11,8%, equivalenti ad una stangata pari in media a 665 euro in più su base annua, in molte città è andata peggio. A guidare la classifica è Ravenna, dove si sborsa il 15% in più rispetto a maggio 2022. Al secondo posto Cosenza, con una variazione dei prezzi del +14,6%, al terzo Grosseto dove mangiare e bere costa il 14,5% in più.