Costi alle stelle, produzioni rallentate e materiali irreperibili. Il repentino cambiamento delle condizioni di mercato sta mettendo in ginocchio il comparto edile, alle prese con cantieri già avviati etariffe non più sostenibili perché calcolate sulla base dei listini precedenti al Covid ed alla crisi energetica. Mentre l’impennata dei prezzi mette a rischio anche l’avvio dei nuovi lavori, nonostante l’effervescenza del settore, alimentato anche dal bonus del 110 percento per le ristrutturazioni degli edifici privati.

Rischio stop ai cantieri

Se il governo non interviene per mettere le aziende in sicurezza si rischia il blocco della filiera, con tutte le conseguenze sulla ripartenza ancorata anche agli investimenti del Pnrr. L’allarme è stato lanciato a Cosenza dal presidente nazionale dell’Ance, Gabriele Buia, nel corso di una iniziativa organizzata nella sede di Confindustria dal tema E’ tempo di costruire. Città resilienti, infrastrutture, pace. Sono intervenuti tra gli altri, il presidente di Ance Cosenza Giovambattista Perciaccante, il vicepresidente nazionale di Confindustria Natale Mazzuca, il presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara, il sindaco del capoluogo bruzio Franz Caruso. Da remoto ha partecipato l’assessore regionale ai lavori pubblici Mauro Dolce.

L'edilizia tira l'economia

Gabriele Buia ha analizzato i dati economici elaborati dal Centro Studi Ance: dopo oltre un decennio di bassa crescita e dopo la crisi pandemica l’Italia era tornata a essere tra i principali Paesi Ue in termini di sviluppo. Un risultato al quale aveva contribuito in modo determinante il settore delle costruzioni che ha rappresentato oltre un terzo della crescita del Pil del +6,5% nel 2021. «Siamo chiamati a vincere una grande sfida – ha sottolineato Buia – ma bisogna rendere sostenibile l’attività delle imprese a fronte dei mutamenti con cui dobbiamo confrontarci. Soprattutto al Sud dove sono disponibili anche le risorse del Fondo di Coesione ed altri finanziamenti precedentemente allocati. Entro il 2030 dobbiamo spendere 180 miliardi: una somma che davvero può cambiare il paradigma del Mezzogiorno».

Il superbonus in Calabria

I dati forniti dall’Enea al 31 marzo 2022 sull’utilizzo del superbonus, testimoniano l’ottima performance della Calabria che si colloca al decimo posto per ammontare degli interventi ammessi al beneficio fiscale. Sono partiti, infatti, 5250 interventi per un ammontare di circa 936 milioni di euro, di cui 658 riguardano lavori portati a termine. Rispetto al 28 febbraio scorso, si osserva un ulteriore e significativo aumento del 17% in termini di numero (762 nuovi cantieri) e del 17,27% in termini di importo (+131 milioni di euro).

Chi droga il mercato

«Dobbiamo però vigilare e tutelare le aziende qualificate: negli ultimi mesi abbiamo registrato l’iscrizione 11.600 nuove imprese di costruzioni senza neppure un addetto. Sono elementi questi che drogano il mercato. Noi dobbiamo prestare invece attenzione alle imprese strutturate che sostengono concretamente l’economia del Paese».