VIDEO | I coniugi Giardino vittime della burocrazia. L'uomo è un sarto ma l'Inps non ha ancora chiarito se abbia diritto o meno al bonus di 600 euro
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A lei arriva il reddito di cittadinanza, per lui niente bonus anche se ha una partita Iva. È questa l’amara condizione della famiglia Giardino di Crotone, lui e lei pronti a raccontare il disagio della propria condizione, dopo due mesi di confinamento in casa assieme a due figli, resa ancora più dura da sopportare vista le mancate risposte dall’Inps.
«A me sta arrivando il sussidio di 280 euro al mese – spiega Rosa, trattenendo a stento la rabbia – ma mi è stato detto che per via di questa entrata non ho diritto al buono spesa e che mio marito non può prendere 600 euro che vanno ai lavoratori autonomi».
Rino è un sarto. Ha dovuto sospendere la sua attività e nella prima notte utile ha presentato domanda per il sussidio.
«L’Inps mi ha mandato una mail – racconta – dicendomi che ha preso visione della mia istanza ma, ancora oggi, io non conosco l’esito».
Sono almeno un milione le partite Iva a cui l’Istituto di previdenza non ha ancora erogato alcun sussidio, ma il sospetto che hanno i Giardino è atroce: «Ci lasciano nel limbo perché hanno visto che ci arriva il reddito di cittadinanza, come se non avessimo fretta pure noi che stiamo sopravvivendo solo grazie ai nostri risparmi e all’aiuto delle nostre famiglie».
Precarietà che si aggiunge a precarietà con una rabbia in più. «Io fino a dicembre ero anche una tirocinante della Regione – prosegue Rosa – poi hanno bloccato tutto perché Conte, nei vari decreti, si è dimenticato di noi. Di recente siamo riusciti a strappare la promessa, agli assessori Orsomarso e Gallo, di ricevere un bonus di 500 euro: io vivo con questa speranza». Essendo un imprenditore di se stesso, a Rino non fa difetto la voglia di ripartire.
«Qui non siamo a zero ma a sotto zero – continua il sarto – perché il governo non ha bloccato le tasse: a questo punto non so proprio come farò a riprendere la mia attività».
In effetti, condizioni estreme ma assai rappresentative di una povertà diffusa in Italia, che giustificano la rabbia di Rosa: «Abbiamo accumulato oltre 2.000 euro di debiti, perché le bollette continuano ad arrivare, l’affitto di casa e del laboratorio lo dobbiamo pagare».