«Siamo tredici persone in famiglia e tutti disoccupati, ditemi voi come fare». È questo l'altro volto dell'emergenza sanitaria. Una crisi finora rimasta sottotraccia ma che oggi abbandona il riserbo delle mura domestiche per scendere in strada. «Abbiamo la luce da pagare, l'acqua, la spazzatura e lavoro non ce n'è; come facciamo?».

 

La distribuzione

Alle 9.30 la polizia municipale assieme ai volontari della Protezione civile e all'associazione Arte di Parte converge su viale Isonzo. È il giorno della distribuzione dei buoni spesa nelle aree degradate a sud del capoluogo. Qui dove il disagio economico diventa facile preda della delinquenza, le persone si mettono in fila per strappare un altro giorno al baratro della povertà. «Mio marito da due anni è disoccupato - racconta una donna - e anche adesso non lavora perchè era impiegato in nero. Ho cinque bambini, di cui tre sono malati e anche io sono affetta da una patologia cronica. Questa pandemia ci ha procurato non pochi problemi economici».

 

La spesa per i bambini

Qui dove si vive alla giornata e di lavori saltuari, l'emergenza sanitaria si è abbattuta con maggiore vigore. «Se posso avere un aiuto - aggiunge ancora - per me è meglio. Anche per poter fare la spesa per i bambini che hanno le loro esigenze». Circa ottanta i buoni spesa distribuiti in mattinata, nel pomeriggio si proseguirà negli altri quartieri ghetto. «Lavoravo con una ditta che mi aveva assunto - spiega un uomo giunto a ritirare il buono spesa - però alla fine di dicembre ha licenziato tutti e quindi sono rimasto disoccupato. Però purtroppo per il momento siamo fermi quindi non riesco a trovare un altro lavoro».