VIDEO E FOTO | Confronto tra azienda, istituzioni e cittadini. Il sindaco Stasi: «Dobbiamo decidere adesso le prospettive dello scalo, l'indirizzo industriale non può essere l'unico». L'assessore regionale Varì: «I giovani talenti potranno lavorare qui per lo sviluppo del territorio»
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«Problemi di impatto ambientale? Nessuno». Andrea Agostinelli ha riassunto così l’esito dell’incontro convocato questa mattina alla stazione marittima di Corigliano Rossano e voluto dal presidente dell’Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, per illustrare alla cittadinanza i contenuti del progetto di insediamento industriale presentato da Baker Hughes. L’obiettivo era dipanare i dubbi anche ai più scettici, i rappresentanti del comitato a difesa del porto – rimasti sulle loro posizioni – nel corso di un’operazione verità sostanzialmente impossibile. L’appuntamento è, però, servito a tutti gli altri a comprendere meglio le opportunità di sviluppo in chiave industriale del territorio che non andrà ad invadere i confini delle vocazioni portuali esistenti, la pesca ed il turismo.
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Ad illustrare il progetto c’erano i vertici dell’azienda, Paolo Ruggeri, vicepresidente Nuovo Pignone Baker Hughes e Maria Francesca Marino, direttrice dello stabilimento di Vibo Valentia, che hanno anche risposto alle numerose domande pervenute dal pubblico. Presenti, tra i rappresentanti istituzionali e sindacali, il sindaco, Flavio Stasi, l’assessore allo Sviluppo Economico, Rosario Varì che ha concluso il momento, l’assessore alle Politiche Sociali e ai Trasporti, Emma Staine, i consiglieri regionali Pasqualina Straface, Giuseppe Graziano, Davide Tavernise, Pierluigi Caputo, il senatore Ernesto Rapani, il comandante della Capitaneria di Porto, Francesco Esposito, il presidente di Confindustria Cosenza, Giovan Battista Perciaccante ed il segretario regionale della Cisl, Tonino Russo.
A Maria Francesca Marino è toccato illustrare il progetto relativo ad un investimento complessivo di 60 milioni, 50 dei quali destinati all’insediamento locale e una decina all’ampliamento dello stabilimento di Vibo. L’azienda – ha spiegato – realizzerà a Corigliano Rossano alcune delle strutture dei propri moduli industriali, una configurazione ottimizzata di macchinari e componenti ausiliari per la compressione del gas, la generazione di energia elettrica, a supporto di soluzioni per la transizione energetica.
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Nello specifico, nel sito coriglianorossanese sarà effettuata la fabbricazione, la verniciatura e il montaggio delle strutture, quindi l’assemblaggio finale di moduli, per attività complementari a quelle che l’azienda già svolge nel sito di Avenza, in Toscana. Come tutti gli altri stabilimenti del gruppo Baker Hughes in Italia, anche quello di Corigliano Rossano risponderà ai più alti standard qualitativi di rispetto dell’ambiente, della salute e della sicurezza sul lavoro. In tema di ricadute occupazionali, verranno favorite le assunzioni locali per «attrarre e trattenere i talenti e valorizzare il capitale umano che il territorio esprime».
A Corigliano Rossano si prevede l’impiego iniziale di oltre 150 persone. Nell’ambito del percorso di reclutamento e selezione, l’azienda avvarrà, come già da anni avviene per il proprio sito di Vibo Valentia, dei rapporti privilegiati con gli enti formativi e accademici del territorio (Its Mask, Università della Calabria, scuole secondarie superiori) e su ulteriori progetti aziendali per lo sviluppo delle competenze locali come una scuola di alta formazione manageriale – la Big Academy – che Baker Hughes Nuovo Pignone attiverà da gennaio 2024 sul territorio a servizio del tessuto industriale locale. Non si prevedono, dunque, scorie, fumi, fanghi, ciminiere, la metallurgia pesante ed anche dal punto di vista ambientale i vertici della multinazionale hanno rassicurato la città e le istituzioni presenti. A seguire nel corso del dibattito, anche animato, non sono mancati spunti di riflessione, richieste compensative e pregiudizi difficili da demolire.
Stasi: «Dobbiamo decidere adesso le prospettive future del porto»
Nel suo intervento, il sindaco Stasi nel motivare quel suo iniziale “no” tecnico alla prima conferenza dei servizi - che potrebbe trasformarsi in sì alla prossima, prevista il 4 febbraio - si è soffermato sulla necessità di discutere adesso, in questo particolare momento storico, di prospettive future dell’infrastruttura porto. «In conferenza dei servizi ho chiesto di approfondire due questioni – ha detto Stasi –: la banchina croceristica che viene contemplata dall’Autorità di sistema portuale nel piano delle opere triennale, da quindici anni a questa parte e come l’insediamento proposto da Baker Hughes impatta sulla marineria. Al tavolo che il presidente Occhiuto si è impegnato a convocare sui due temi, proverò a far valere le mie ragioni perché la presenza o meno dell’insediamento nel nostro porto, sotto il profilo strategico può influenzare nel bene o nel male l’indirizzo generale dell’infrastruttura. Ribadisco ancora una volta che l’indirizzo non può essere esclusivamente industriale e quindi bisogna capire se ci sono profili di compatibilità dell’insediamento, che non rientra nella metallurgia pesante, con le altre vocazioni. Giacché parliamo di strategie per il futuro, e l’Autorità portuale conosce bene il mio pensiero, non si può prescindere dall’opinione dell’amministrazione comunale, per quanto non sia strettamente competente all’interno dell’area portuale. La strategia del territorio si condivide e si concerta con l’amministrazione comunale e mi auguro che questo percorso iniziato l’altro ieri possa concludersi positivamente».
Tra gli argomenti che finiranno sul tavolo proposto dal governatore, anche quello relativo alle risorse necessarie alla realizzazione della banchina croceristica, poiché gli undici milioni a disposizione dell’Autorità portuale – da ormai quindi lunghissimi anni – non bastano.
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Agostinelli: «Sono ottimista, il progetto si realizzerà»
A margine dell’incontro, l’ammiraglio Agostinelli ha spiegato quale sarà l’azione d’intervento dell’Autorità di sistema portuale e l’obiettivo dell’incontro, ovvero «rendere edotta la cittadinanza sulla natura del progetto industriale proposto da Baker Hughes. Abbiamo previsto un cospicuo investimento sugli ormeggi della marineria – ha rassicurato – e siamo perfettamente coscienti che la marineria stessa è l’unico cliente del porto di Corigliano che vogliamo tutelare».
Il presidente è convinto che la pesca e lo sviluppo turistico non subiranno contraccolpi. «Abbiamo stanziato 11 milioni per la banchina croceristica – ha sottolineato ancora Agostinelli – un investimento che in questo momento non è sufficiente ma è fuor di dubbio come lo sviluppo croceristico rimanga inalterato». «E no, non ci sarà alcun problema di impatto ambientale. Non sono qui per convincere nessuno, tantomeno il comitato del no. Spero solo che l’illustrazione puntale e le risposte fornite dall’ingegnere bastino a correggere e smentire certe inesattezze che ho ascoltato».
«E sì – conclude l’ammiraglio – confido che questo progetto sia portato a compimento perché è un insediamento con impatto ambientale pressoché nullo, che porta 150 nuovi posti di lavoro a Corigliano Rossano, e questa è la molla che ci spinge ad essere ottimisti».
Varì: «I giovani talenti potranno fermarsi e lavorare per lo sviluppo del territorio»
«È un giorno molto importante per Corigliano Rossano – ha dichiarato ai microfoni di LaC News 24 l’assessore regionale Rosario Varì – perché Baker Hughes è venuta ad illustrare ai cittadini l’insediamento produttivo che vuole realizzare. Sono fiducioso che si andrà ad istaurare un ottimo rapporto tra la multinazionale ed i cittadini di Corigliano Rossano e sarà un’ottima occasione di crescita per la città. Siamo di fronte a un investimento straordinario da 50 milioni di euro, posto in essere da una società leader nel mondo nello sviluppo e soluzioni tecnologiche per la transazione energetica. Un settore decisamente in crescita che non può che portare sviluppo anche sul territorio».
In tema di livelli occupazionali «la società parla di 200 posti di lavoro – ha sottolineato l’assessore allo Sviluppo economico – ma non dobbiamo dimenticare l’indotto negli ambiti della logistica, dei servizi e la metalmeccanica. I profili richiesti sono diversi ed in un territorio che necessita di posti di lavoro credo sia importante accogliere una società che intende occupare tanta gente e professionalità di un certo rilievo. Anche i giovani talenti calabresi potranno fermarsi e lavorare per la crescita del territorio».