Schiavonea detiene la prima marineria della Calabria ma ha una infrastruttura mal gestita e in liquidazione. Chiesta la convocazione di un consiglio comunale per discutere del rilancio
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Corigliano-Rossano detiene una tra le marinerie più importanti del Mezzogiorno d’Italia con una capacità produttiva enorme. Il mercato ittico si trasforma in cuore pulsante, ma la gestione nel corso degli anni si è dimostrata fallimentare, e da qualche anno è in liquidazione.
Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale ha dato incarico a un legale al fine di raccogliere un parere circa la sussistenza dei presupposti giuridici per la prosecuzione dell’attività della società consortile Meris Srl (gestisce il mercato ittico ed è a prevalente capitale pubblico) anche in funzione del mantenimento della partecipazione al capitale sociale da parte del socio di controllo/unico rappresentato dal Comune di Corigliano-Rossano.
L’infrastruttura si rivela di straordinaria importanza per l’economia jonica, almeno fino a qualche anno fa: movimentava circa due tonnellate di pesce al giorno per un valore d’affari pari a 20mila euro. Sosteneva 5mila famiglie, in un territorio dalle grandi potenzialità però poco sfruttate.
La prima marineria dello jonio e della Calabria, contava circa 35 motopescherecci per la pesca a strascico con105 addetti; 80 barche a remi per la piccola pesca artigianale con 240 pescatori; 5 motobarche per il piccolo cianciolo e la pesca del pesce azzurro con 25 pescatori. Un totale di 120 mezzi e di 370 persone che ogni giorno si riversano in mare. Il pescato è quello dei merluzzi e dei gamberi, ma anche pesce azzurro, aguglie, palamiti. Problemi invece per la pesca del novellame per via dei divieti imposti dalle norme comunitarie.
Rilanciare il mercato ittico
Si ha ora il dovere di salvare il mercato ittico, fa sapere Carlo Di Noia, coordinatore cittadino dell’Udc. «Le problematiche finanziarie che, da anni, si trascinano nella Società Meris vanno risolte una volta per tutte. Non è certo un compito facile. Ma ritengo che la Politica, in alcuni momenti, debba assumersi le sue responsabilità, compiendo atti di coraggio. E, in questa direzione, la Meris e il mercato ittico vanno salvaguardati: la società, al suo interno, ha personale attento e preparato, che svolge il proprio lavoro con senso di responsabilità e competenza.
Lo stato di liquidazione, però, blocca anche l’operatività della società, che non può partecipare a bandi o attingere a fondi comunitari. Una seria riflessione, quindi, andrebbe fatta, ad opera di tutte le forze politiche e partitiche presenti in Consiglio Comunale. Non può essere addossata l’intera responsabilità alla Giunta e alla Maggioranza. E la richiesta di convocazione del Consiglio Comunale Monotematico sulle problematiche della pesca va in questa direzione».
Il capitale sociale della società Meris da aprire ad altre istituzioni
Secondo il moderato la Meris ha chiuso il bilancio con una perdita di soli 18.000 euro, «basterebbe rimodulare alcune voci di entrata come la tariffa degli affitti dei box commerciali, per tornare in pareggio». «La soluzione va considerata in un contesto generale, con un Piano di rilancio collegato al Porto di Schiavonea, con la riqualificazione della logistica e dei servizi, con particolare riguardo all’alaggio e varo, e al rafforzamento delle strategie di mercato, che valorizzino l’identità e la visibilità del distretto ittico, anche con la creazione di un Marchio del pescato di Schiavonea. Su tale percorso, sarebbe importante aprire il Capitale Sociale della Meris alle Istituzioni, come la Regione Calabria e le Camere di Commercio, oltre che alle associazioni di Categoria, al fine di rafforzarne la funzione pubblica, a supporto dell’interesse generale dell’economia del territorio. Sono fiducioso che questo mio appello non cadrà nel vuoto».