VIDEO | Il segretario Sgb Graziano: «L'azienda continua nel suo atteggiamento mentre né l’Amministrazione comunale né i sindacati confederali vigilano». Sembra ormai tramontata l'idea della riqualificazione dell'area
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Istituito un tavolo per stilare un protocollo nella vertenza Enel, al fine di garantire i livelli occupazionali. Intanto, sono in atto interventi di smontaggio dei 4 turbogas a olio combustibile i cui lavori dovranno terminare entro il 2023, mentre del progetto Futur-e si è persa ogni traccia. Su quest’ultimo punto, l’idea fu lanciata nel marzo 2016, mediante una procedura pubblica per l’acquisizione e riqualificazione del sito nell’ambito di una forma di collaborazione tra Enel e il Politecnico di Milano, gli enti locali del territorio di Rossano, gli enti regionali e l’Università della Calabria.
Le idee per la riqualificazione
Conclusi i lavori della commissione giudicatrice, chiamata a valutare l’idoneità dei progetti presentati in base a criteri di sostenibilità sociale, ambientale ed economica, Enel avviava la negoziazione con le controparti che presentava i sei progetti ritenuti idonei per l'area, portata avanti attraverso numerosi incontri, volti a individuare la migliore integrazione tra le soluzioni proposte e il sito. Al vaglio della commissione giudicatrice i seguenti progetti: Creazione vasche per itticoltura; Polo logistico multisettoriale; Polo universitario Food & Beverage; Porticciolo per attività diportistiche; Porto turistico con area universitaria, centro commerciale, hotel e residence; Coltivazione di alghe. Enel avrebbe monitorato e vagliato le varie proposte, mancanti però della necessaria copertura finanziaria da parte dei privati-investitori. Questa la ragione per cui il progetto Futur-e sarebbe naufragato.
Sviluppo bloccato
Il sito energetico è posizionato in un’area strategica tra le due ex città di Corigliano Rossano: ben 50 ettari di industria di Stato che ha compromesso ogni forma di sviluppo. La centrale è costituita da 4 unità termoelettriche a vapore con caldaie alimentate a gas metano o olio combustibile e da 4 turbogas di ripotenziamento alimentati a gas metano. Da mesi è in atto la smobilitazione dei 4 impianti a olio combustibile tramite un’azienda privata. Enel, secondo fonti sindacali, è intenzionata a tenere in vita i 4 turbogas alimentati a gas metano da utilizzare solo in casi di emergenza in quanto i costi risultano onerosi. Tale prospettiva è povera di indotto occupazionale, da qui la reazione delle organizzazioni sindacali.
L'accusa
Il Coordinatore provinciale Sgb– Calabria Bruno Graziano nel denunciare l’esclusione dei sindacati di base dalla formulazione di un protocollo d’intesa (Enel- Comune di Corigliano Rossano – sindacato confederale) proteso a salvaguardare quel che resta del personale in cantiere, non ci sta e denuncia metodi e criteri assunti nella trattativa in atto: «Si tratta di una spicciolata di posti di lavoro, in futuro resteranno i 4 turbogas ma non ci sarà alcun indotto lavorativo». Il sindacalista denuncia il silenzio con cui vengono svolti gli incontri, escludendo la città, le forze sociali ed economiche del territorio. «Enel continua nel suo atteggiamento dominante nei rapporti di forza con le istituzioni locali, all’interno della centrale agisce indisturbata senza l’attivazione di nessun sistema di vigilanza né da parte dell’Amministrazione comunale né delle organizzazioni sindacali confederali».
Momento della responsabilità
La cappa di silenzio – denuncia Bruno – è attribuibile «al solito baratto delle assunzioni le quali vengono effettuate senza il coinvolgimento dell’ufficio di collocamento, gestendo i posti di lavoro con fare personalistico». Non è dato sapere, al momento, neanche se nell’azione di smantellamento in atto sia prevista la rimozione dei 200 metri di ciminiere. Una vertenza che chiama tutti alle responsabilità politico-istituzionali: dalla deputazione parlamentare alla Regione Calabria, ivi incluso l’amministrazione comunale in carica.