VIDEO | Per il presidente occorre che Mazza acceleri sul processo di dismissione del consorzio e che Unindustria non sia di ostacolo. Dopo l'audizione in Vigilanza, il consigliere regionale di Forza Italia sollecita: «Si vada di pari passo con la trasformazione»
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«Credo che sia utile che il commissario del Corap, Enrico Mazza, si dia una mossa». Appare chirurgico e stizzito il presidente Roberto Occhiuto, rispondendo così ai giornalisti sullo stato della liquidazione del consorzio regionale per l’industrializzazione. L’esperto indicatogli da Unindustria regionale, per traghettare l’ente che ha in carico 88 dipendenti verso la dissoluzione e la trasformazione in qualche altro soggetto, giovedì scorso è stato audito dalla Commissione speciale di Vigilanza del consiglio regionale e, evidentemente, gli elementi da lui riferiti e poi trapelati hanno impensierito il governatore.
«Già nei prossimi giorni – ha aggiunto Occhiuto – incontrerò l’associazione degli industriali perché credo che debba essere convinta che il Corap vada utilizzato, anche nella fase della liquidazione, per favorire lo sviluppo e non per ostacolarlo».
Parole nuovamente dure, che sembrano mettere in dubbio il tipo di collaborazione offerta da Unindustria, e l’effetto è una doppia sferzata la cui origine precisa non è conosciuta del tutto. «Il commissario – ha dichiarato la consigliera Paqualina Straface, componente di maggioranza della Vigilanza – ci ha fatto una prima illustrazione, ancora troppo poco il tempo dal suo insediamento, e la commissione ha deciso di risentirlo tra 2 mesi».
Può darsi che i tempi veloci che vuole Occhiuto non coincidano con i tempi più blandi che la Commissione ha accordato, ma va detto che la Vigilanza aveva convocato anche la vice presidente Princi e l’assessore Varì – che non si sono presentati – e quindi sullo strato gravissimo del consorzio è stato possibile sentire solo Mazza e il dirigente regionale. «Il commissario ha avuto modo di fare anche diversi sopralluoghi in questi mesi – ha proseguito Straface – stabilendo delle priorità anche operative, perché è certo che anche nelle more della liquidazione il Corap vada comunque amministrato per dare risposte agli imprenditori che non hanno i servizi minimi, in una situazione nella quale non è ancora possibile stabilire ancora il patrimonio disponibile e quello indisponibile».
Forse è proprio verso l’amministrazione corrente che si addensano le critiche di Occhiuto, perché il centrodestra si gioca molto nella partita del Corap, non foss’altro perché Occhiuto rischia di vedere sfumare i suoi annunci sulla depurazione – visto che il consorzio possiede gli impianti principali della regione – e sulla Zona economica speciale, visto che l’ente ricco di patrimonio ma impoverito dai debiti, ha il 77% delle aree che servono per varare gli incentivi.
«I due mesi che abbiamo concesso al commissario – ha concluso Straface – non sono risolutivi della messa in liquidazione che, comunque, deve proseguire parallela alla nascita del nuovo soggetto che si deve occupare di industrializzazione e non può essere completamente pubblico, ma deve vedere la compartecipazione degli imprenditori».