Nonostante le garanzie date dal presidente della Regione, Mario Oliverio, che aveva assicurato il riassorbimento dei lavoratori Corap, le organizzazioni sindacali si sono opposte strenuamente alla liquidazione coatta amministrativa del consorzio che riunisce le vecchie Asi. Un No dettato proprio dal timore che chiudere la partita in questo modo - azzerando tutto - significhi rischiare la definitiva perdita del posto di lavoro per circa 100 unità attualmente in organico, anche se senza stipendio da mesi.
Durissima è stata la presa di posizione della Cisl Fp, che attraverso il segretario Luciana Giordano ha bocciato in toto la proposta di legge regionale n. 460/10°, che avrebbe consentito di modificare la legge regionale 24/2013 (quella che disciplina il Corap), aprendo così la strada alla liquidazione del consorzio. Opposizione che, unita a quella dei consiglieri regionali altrettanto ostili alla norma, ha impedito al provvedimento di approdare in aula per la discussione finale.
«La Cisl Fp Calabria - è stato detto ieri Giordano, durante la sua audizione davanti alle commissioni Bilancio e Affari istituzionali - deve rilevare che le modifiche proposte non forniscono alcuna garanzia dei livelli occupazionali, visto che non viene prevista alcuna disposizione sui soggetti che dovrebbero riassumere il personale, sulle modalità e sulle procedure da seguire per il passaggio ad altri Enti, considerando anche che il Corap è un Ente pubblico economico, né i tempi di attuazione e conclusione della procedura in mobilità o ricollocazione».
Insomma, nessuna concreta garanzia sulla sorte dei lavoratori. Al contrario, ha sottolineato la Cisl Fp, «la proposta di legge si preoccupa di definire e fissare - con dovizie di particolari - i compensi del Commissario liquidatore e dei componenti il Comitato di Soverglianza, trascurando, l’interesse dei lavoratori alla conservazione del posto di lavoro e l’interesse a mantenere i livelli occupazionali, che rappresentano, per quello che ci riguarda, l’obiettivo primario».

 

Ad alimentare i sospetti della mancata salvaguardia dei livelli occupazionali, è stata proprio la relazione descrittiva al testo all’esame delle commissioni, nel punto in cui si specifica che la proposta di legge 460/10° si è resa necessaria a causa dell’impossibilità di applicare in via analogica al Corap l’art. 15 della legge 98/2011, che regola la liquidazione degli enti dissestati, e «detta la disciplina per il riassorbimento e la ricollocazione del personale, garantendo il pieno rispetto della posizione giuridica ed economica maturata dai lavoratori».
Infine, la Cisl Fp ha stigmatizzato anche la scarsa attenzione che la nuova disciplina avrebbe per la mission istituzionale del Corap, «un consorzio che per la Calabria avrebbe dovuto rappresentare lo strumento per attrarre investimenti nel territorio calabrese, creando quelle indispensabili condizioni che avrebbero dovuto renderlo appetibile al mondo industriale e imprenditoriale globale». «La proposta di legge - ha concluso Giordano - nulla ha previsto riguardo i soggetti che dovranno garantire in futuro queste funzioni e ai tempi di realizzazione del passaggio dei citati compiti».