“I contributi destinati ai servizi per il diritto allo studio alle cinque provincie e ai comuni calabresi, come da legge regionale 27/85, hanno subito un taglio drastico che va dai 9.600.000 euro circa del 2010 ai 4.410.000 euro circa del 2017. Questo spiega perché sulle cronache non passa giorno che non si debba dare notizia di bambini e studenti disabili cui l’assistenza dovuta viene di fatto negata”. E’ quanto denuncia il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, che aggiunge:

 

Ridimensionamento dei contributi

“Il drastico ridimensionamento dei contributi deve, paradossalmente, confrontarsi con l’aumento della disabilità, che riferita soltanto al “primo ciclo”, cioè quella da finanziarsi con la legge regionale, deve fare i conti con 734 bambini della provincia di Catanzaro, 1.793 di Cosenza, 372 di Crotone, 1.962 dell’aera metropolitana di Reggio Calabria e 390 di Vibo Valentia, per un totale di 5.251 bimbi disabili. Mentre quelli del “secondo ciclo”, coperti dal DPCM del 30 agosto 2016, ammontano a 316 nella provincia di Catanzaro, 852 di Cosenza, 104 di Crotone, 721 dell’Area metropolitana di Reggio Calabria e 169 di Vibo Valentia, per un totale di 2.162 adolescenti disabili”. “Tralasciando la disabilità e volendo, per un momento, tenere in considerazione un altro diritto fondamentale dei bambini a scuola, relativo alla mensa – evidenzia Marziale – il rimborso a pasto per ogni bambino quotidianamente varia dai 18 centesimi ai 25 centesimi, neanche una caramella costa cosi poco”.

 

“Tra i servizi e gli interventi previsti dalla legge regionale 27/85 – continua il Garante – vi sono quelli destinati ai minori diversamente abili, diritti fondamentali e come tali inviolabili da parte del legislatore e degli amministratori pubblici, in quanto vi è un nucleo indefettibile di garanzie che devono essere agevolate senza condizioni. Nel caso rilevato, il diritto all’istruzione viene finanziariamente condizionato in contrasto con gli articoli 3, 34 e 38 della Costituzione Repubblicana Italiana e 24 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, tutti riferiti al diritto all’istruzione, cui l’Italia è tenuta ad uniformarsi”.
!banner!

 

L’istruzione non rientra tra le proprietà di questo Paese

“Che l’istruzione, intesa come diritto fondamentale per ogni bambino, abile o diversamente abile che sia, non rientra tra le priorità di questo Paese e non solo di questa Regione  – prosegue il Garante – lo si evince dalle politiche del MIUR, che per il finanziamento dei libri di testo, dai 6 milioni di euro circa per l’anno 2016, è passato ai 2milioni e mezzo di euro circa per l’anno 2017. Ogni ulteriore commento sarebbe a dir poco inutile”.

Per Marziale, infine: “E’ chiaro, davanti ai dati, che esiste una forma di destabilizzazione dello stato sociale di diritto che finisce per penalizzare i più deboli, e sarebbe importante per chi ha funzioni di governo o legislative che prendessero contatto con il mio Ufficio per constatare quanti genitori ed operatori scolastici ogni giorno bussano per rivendicare i diritti dei loro bambini".