VIDEO | In presidio permanente davanti la Prefettura della città bruzia attendono buone notizie dall'iter del decreto legge Sud che consentirebbe di accedere al concorso per la pianta organica
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Da alcuni giorni sono in presidio permanente davanti la Prefettura di Cosenza in attesa di buone notizie da Roma. I tirocinanti del Ministero della Cultura e della Giustizia, 276 persone in tutto, seguono con trepidazione l’iter del decreto legge Sud con disposizioni urgenti per la coesione e il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese con cui si potrà procedere a circa duemila assunzioni per rafforzare il funzionamento della Pubblica Amministrazione. I manifestanti sono in attesa di conoscere gli esiti di un emendamento parlamentare che, se approvato, consentirebbe loro di poter accedere ad una prova concorsuale, porta di ingresso verso l’assunzione. Part time e a tempo determinato, ma pur sempre un passo in avanti rispetto al periodo trascorso negli uffici pubblici a 500 euro al mese senza contributi previdenziali.
Il concorso fallito
Per la verità un concorso lo avevano già sostenuto nel luglio del 2022, risultando non idonei. Una prova d’esame, lamentano gli esclusi, con quesiti di cultura generale non inerenti il profilo professionale fino a quel momento ricoperto dagli aspiranti. «Inoltre – spiega Giuseppe Bossio, uno dei tirocinanti scesi in piazza – abbiamo ricevuto la convocazione soltanto sette giorni prima della prova, senza alcuna indicazione rispetto ad eventuali testi su cui svolgere la preparazione. Altri nostri colleghi, candidati per altre aree funzionali, hanno sostenuto la prova sei mesi dopo e con indicazioni precise rispetto alle materie del concorso. C'è stata quindi una evidente disparità di trattamento».
I posti ci sono
Adesso la politica sta tentando di porre rimedio a questa situazione paradossale che da un lato ha lasciato sguarnite le piante organiche di numerosi uffici culturali e di giustizia, dall’altro ha estromesso dal mondo del lavoro persone che nel biennio del tirocinio, hanno acquisito sul campo competenze utili allo svolgimento delle mansioni messe a concorso, aderendo anche a corsi di formazione professionale finanziati dalla Regione. Per la quarta volta l’emendamento orientato a rimettere in gioco i posti rimasti vacanti, attraverso l’indizione di un nuovo concorso, viene presentato in Parlamento: «Speriamo sia la volta buona» chiosano i tirocinanti.