«L'analisi dei dati acquisiti al giudizio evidenzia come il valore di risorse di natura vincolata sia consistente: il 62,4% per la sanità, il 15,8% per investimenti (Por, Pac, FSC e Pnrr) e l'8,2% per altri fondi vincolati. Entrate libere da vincoli sono pari al 12,2%. Ciò rappresenta un limite oggettivo all'azione di governo». È questo si legge nella requisitoria del procuratore regionale della Corte dei Conti Romeo Ermenegildo Palma al giudizio di parifica del rendiconto della Regione Calabria

«Si tratta di una disponibilità finanziaria che circoscrive la possibilità di prevedere interventi sul territorio - aggiunge - a fronte di frequenti e imprevedibili esigenze ulteriori rispetto a quella indicate in programmazione e in ambiti caratterizzati da contingenze congiunture nazionali ed internazionali e da un'elevata dinamicità delle esigenze del territorio».

«Anche per l'anno in esame, così come confermato nel defr 2022/2024, a fronte delle criticità rilevate dalla sezione in precedenti analoghe occasioni il governo regionale si propone di ampliare il livello di entrata e rimodulare quantitativamente qualitativamente la spesa regionale. Al fine declina una serie di misure che indica nella tutela e nel recupero dei crediti vantati nei confronti dei Comuni, la riduzione del deficit in sanità, nella progressiva riduzione del contenzioso e dei pignoramenti nonché nella riduzione della spesa degli enti sub regionali, l'accelerazione dei pagamenti delle fatture commerciali, nell'aumento delle entrate recupero delle evasione fiscale nella salvaguardia della disponibilità di cassa nonché negli interventi sull'apparato amministrativo regionale. Va tuttavia preso atto che le azioni indicate alla Regione sono identiche a quelle riportate da più anni nei vari documenti di programmazione senza che siano stati conseguiti miglioramenti in termini di maggiori margini di manovra». 

La procura regionale rileva come «costituisca per il suo obbligo della Regione dare formale contezza in questa sede delle iniziative di recupero degli ulteriori margini di disponibilità posti in essere a fronte di quanto indicato come indirizzo obbligatorio nella programmazione. L'impegno programmato non costituisce mai la dichiarazione di intenti ma è assunto in funzione di scelte avvisate e consapevoli che indirizzano la spesa e la vincolano alla loro proseguimento».

«È elevato il rischio - prosegue nella requisitoria il procuratore - di possibili squilibri di bilancio fin quando le manovre di bilancio saranno improntate al finanziamento del deficit della sanità, al finanziamento di debiti fuori bilancio e ad assicurare la disponibilità per pignoramenti o ancora la contribuzione verso enti strumentali e organismi partecipati per sopperire a gestioni non in perdita». 

Residui attivi

«Elevata la mole di residui attivi, rilevati in aumento. Fronte della cancellazione di residui per circa 580 milioni l'attività della Regione risulta connotata alla incentivazione della riscossione attività di evidente rilevanza che appare essere peraltro in forte calo passando da oltre un miliardo di euro poco più di 660 milioni». Si tratta per lo più di debiti maturati dalle amministrazioni locali per il mancato pagamento della tassa sullo smaltimento dei rifiuti (171 milioni) e fornitura idropotabile (173 milioni).

Disavanzo pari a 75 milioni di euro

Il rendiconto generale della Regione Calabria per l'esercizio 2021f a registrare un disavanzo pari a 75 milioni. «Registrando un miglioramento rispetto al risultato del precedente esercizio: -81 milioni di euro».

Anche per il 2021 la regione ha continuato nel ripiano il disavanzo registrato la chiusura dell'esercizio 2014. «Nel dettaglio - si legge nella relazione - il disavanzo da ripianare alla data del rendiconto 2020 ammontava a 104 milioni di euro. Il disavanzo accertato con rendiconto 2021 ammonta a 75 milioni. Quota di disavanzo da ripianare nell'esercizio 2021 ammonta a 5.640.266 mentre quello effettivamente ripianato ammonta a 6.081.365. Secondo la Regione in misura superiore al valore atteso».

Contenzioso per 165 milioni di euro

«I dati contabili evidenziano un valore del fondo contenzioso per 165 milioni con una variazione di +21% rispetto al 2020 che tuttavia copre nella sola percentuale del 16,35% il rischio stimato. La misura ridotta di tale percentuale presenta elevati livelli di criticità».

All'esito dell'istruttoria della sezione di controllo: «Non può che confermarsi la criticità della mancata adozione da parte della Regione Calabria delle misure correttive richieste in occasione della parifica d'esercizio 2020, specificamente orientate ad evitare eventuali sottovalutazioni del contenzioso gravante sull'ente a causa di carenze di informazioni con la conseguente sottostima degli accantonamenti disposti. Permangono infatti anche se in percentuale ridotta le criticità sua sulla incapienza del fondo a fronte delle soccombenze registrate sia sulla esatta ricognizione».

«In ordine al contenzioso inerente alla fondazione Campanella l'avvocatura ha ribadito quanto già precisato l'anno scorso in ordine all'esistenza delle prime pronunce favorevoli che fanno ritenere presumibile il buon esito anche nei giudizi ancora pendenti. In materia sanitaria si è evidenziata la sussistenza di alcuni giudizi proposti per il silenzio sulle istanze dei privati».