*di Emilio Caserta

Non sono valse a nulla le promesse dei presidenti e dei ministri che negli ultimi due anni si sono susseguiti circa la ripartizione dei fondi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che avrebbe dovuto gestire l’Italia di circa 209 miliardi di euro che l’Europa ha stanziato per il nostro Paese grazie al Sud.

È infatti opinione diffusa (ma errata) che i Pnrr di Conte e di Draghi siano diversi, e che “il governo dei migliori” guidato da Mario Draghi, saprebbe gestire e ripartire meglio questi fondi. In realtà, secondo i recenti studi del prof. Gianfranco Viesti, docente di economia applicata presso l’Università di Bari, pare non ci sia una grossa differenza tra il Piano dei due leader di governo anzi, qualche peggioramento sì, in quanto spariscono gli interventi per ridurre la tassazione universitaria per gli studenti.

Lo stesso docente, anche nel programma Pnrr-  Scippo al Sud ideato e condotto da Pino Aprile e in onda su LaC Tv, ha più volte sottolineato che però il rapporto di collaborazione con le camere, era più evidente con Conte che con Draghi; infatti l’iniziativa del nuovo Pnrr fu lanciata a luglio 2020 ed il governo Conte per mesi ha lavorato per cercare di presentare il suo Piano all’Europa in tempo, confrontandosi in ultima battuta con il Parlamento cosa che, al “cambio della guardia” con Draghi, quella porta con le camere viene letteralmente chiusa, realizzando la versione finale del piano “da solo” ed inviandola a Bruxelles per fine aprile, senza alcun dialogo né col parlamento né con l’opinione pubblica. Da premettere e sottolineare però che anche con Conte il mito del “governo meridionalista” resta appunto un mito e le prove erano proprio le bozze del “suo” Pnrr.

Insomma, per il Sud nulla è cambiato (come al solito), ed in entrambi i casi non tutti i meridionali sanno che dovranno dire addio ad altri miliardi che gli spettano di diritto, anche perché le stesse tv nazionali non ne parlano. Ricordiamo quello che accadde con il piano Marshall, il Sud ebbe meno di tutti, o con la cassa per il Mezzogiorno come sopra, grazie all’interdipendenza che il Mezzogiorno d’Italia ha nei confronti del Nord quei pochi lavori fatti al Sud facevano guadagnare le imprese del Nord. Ricordiamo ancora gli ultimi studi di Eurispes che hanno dimostrato come dal 2000 al 2017, oltre 840 miliardi (più del triplo del Recovery Fund) che spettavano al Sud sono andati al Nord, ed ora? Semplicemente bisogna continuare il lavoro cominciato 160 anni fa con l’Unità d’Italia, finendo di impoverire il Sud, assegnando poco più di 20 miliardi. Intanto incombe anche il “ritorno” dell’Autonomia Differenziata a favore del Nord, altro grande interesse del cosiddetto “PUN” (Partito Unico del Nord, composto da tutti i partiti al governo in modo silente, che mirano a soddisfare solo gli interessi della parte di Paese oggi più ricca).

Per conoscere questo ed altri temi sul Recovery, è possibile seguire “Pnrr – Lo scippo al Sud” a partire dalle 23 ogni martedì su LaC Tv Canale 19 del DTT, sulla pagina Facebook di LaC News24 e in streaming sul sito www.lactv.it.