I segretari Rota, Sapia e Russo dopo l'ok di ieri da parte del Consiglio regionale: «Si rischia di creare una mega struttura trascurando la complessa realtà territoriale»
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«Siamo fortemente convinti che il sistema della bonifica in Calabria necessiti di una vera riforma condivisa e di un confronto sindacale per dare più centralità al lavoro degli addetti, protagonisti dell'attuale campagna irrigua che ad oggi è garantita in parte a spese del personale dipendente, considerati i ritardi nella corresponsione delle mensilità arretrate. Così come occorre dare maggiore rilievo a presidio umano e lavoro, tramite investimenti, sostenibilità finanziaria e programmazione». Lo affermano in una nota congiunta i segretari generali della Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota, della Fai-Cisl Calabria Michele Sapia e della Cisl Calabria Tonino Russo dopo l'approvazione della proposta di legge della Giunta regionale sulla riforma della bonifica calabrese.
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«Una legge che crea apprensione - aggiungono gli esponenti della Cisl - sia per la scelta di accentrare tutto nel Consorzio unico, che rischia di creare una mega struttura consortile e non risolve le difficoltà amministrative attuali, trascurando la complessa realtà territoriale calabrese, sia in quanto, pur avendo mostrato la massima disponibilità al confronto e responsabilità per mettere a punto una necessaria, efficace ed efficiente riforma, finalizzata a superare le criticità accumulate in questi anni, non si è sviluppata la partecipazione auspicata».
«Ci auguriamo che le dichiarazioni del presidente Occhiuto, rispetto alla possibilità di porre modifiche e correttivi alla riforma, già a partire da settembre, possano realmente concretizzarsi in un vero confronto e valutazioni di merito, rispetto alle varie riflessioni e proposte sindacali, in particolare quelle emerse nel documento dalla Fai-Cisl consegnato in Commissione regionale», proseguono.
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«Ribadiamo ancora una volta - sostengono Rota, Sapia e Russo - che è necessario dare certezze e prospettive al personale dipendente, mettere al centro il lavoro senza il quale non potrebbe esistere il concetto stesso di bonifica. Sarebbe un atto concreto di responsabilità per correggere quelle criticità presenti nel testo della legge approvata, che attendiamo di leggere nel dettaglio, e mettere freno a uno scenario futuro di incertezza e dequalificazione in un settore che necessita di valorizzare il capitale umano, tutelare le professionalità presenti, sostenere il presidio umano e territoriale, e avviare un ricambio generazionale, attraverso una programmazione di lungo periodo e investimenti per il lavoro ben formato, sicuro, contrattualizzato e qualificato, per aprire veramente una nuova stagione della bonifica calabrese che guardi ai prossimi trent'anni».
E concludono: «L'insufficiente confronto di questi mesi con le parti sociali ci auguriamo venga recuperato, per non continuare a trascurare e, soprattutto, non dimenticare facilmente, l'importante e professionale lavoro svolto ieri e oggi da lavoratrici e lavoratori, in forza o già in quiescenza negli 11 enti consortili, teso a garantire servizi pubblici essenziali per l'agricoltura e funzioni a tutela del territorio e delle persone».