«In questo momento il Governo non ha a disposizione risorse infinite e preparare una legge di bilancio quando ci sono ancora partite molto grosse aperte, diventa complicato. Siamo stati chiari, ci sono tre obiettivi: gli investimenti che vanno stimolati, le riforme e abbassare le tasse sul lavoro». Lo ha detto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, intervenendo all'assemblea pubblica degli industriali cosentini che ha eletto nuovo presidente Giovan Battista Perciaccante.

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«Nonostante gli interventi fatti nel 2021 sul 2022 – ha aggiunto Bonomi chiudendo i lavori dell'assemblea – il cuneo fiscale è aumentato ancora e siamo uno dei paesi europei dove è aumentato di più. Bisogna fare un taglio strutturale al cuneo, sedici miliardi, di cui due terzi concentrati a favore dei lavoratori e un terzo per le imprese. Questo significa dare agli italiani una mensilità strutturale in più per tutta la loro vita lavorativa. Dobbiamo intervenire sulle diseguaglianze del paese, oggi abbiamo la possibilità di farlo, altrimenti continueremo a galleggiare, ma non otterremo i risultati che ci siamo dati».

E poi il Covid, la crisi e le imprese. «Noi siamo il corpo intermedio dello Stato, abbiamo una funzione sociale che rivendichiamo, ma poi dobbiamo anche essere pronti a difenderla – ha detto il presidente di Confindustria –. Perché fare le cose giuste è molto più complicato di fare quelle comode. Abbiamo stupito il mondo dopo il Covid. Si parla di miracolo? No. Non è un miracolo. Noi abbiamo fatto i compiti a casa».

I compiti a casa. Lo ribadisce, ancora una volta, Bonomi: «Noi dopo le crisi del 2008, 2010, 2011 quando abbiamo preso le sberle, bisogna dirlo, abbiamo fatto i compiti a casa. Abbiamo patrimonializzato le nostre imprese. Abbiamo investito in ricerca e innovazione. Siamo andati sui mercati internazionali e abbiamo differenziato. Poi abbiamo avuto la fortuna di incrociare un provvedimento di politica industriale che era l'industria 4.0 e quindi noi ci siamo fatti trovare pronti alla sfida della ripartenza. Oggi la sfida qual è? È mettere l'uomo al centro, l'industria 5.0 ed è per questo che insistiamo molto perché dobbiamo investire per agganciare le transizioni che sono ineludibili: transizione green, transizione digitale, però per farlo servono investimenti».

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Ma i soldi, ha sottolineato il leader di Confindustria, non bastano. «Non chiediamo sussidi, chiediamo stimoli. E di aiutarci a investire in un momento molto complicato, in un momento dove la competitività a livello mondiale è fortissima».

«Stati Uniti e Cina – ha aggiunto – ci hanno lanciato una sfida fortissima sulla competitività. La Cina lancia il piano Cina 2035 perché intende diventare la prima nazione per tecnologia al mondo. Gli Stati Uniti, visto quello che è successo in questo periodo, decidono che le filiere strategiche devono tornare negli Usa, vogliono il controllo delle loro filiere strategiche e investono trilioni di dollari. L'Europa fa un'altra scelta che noi condividiamo, che è quella di dover diventare il continente più sostenibile, i campioni della sostenibilità».

«Noi vogliamo essere messi – ha sostenuto Bonomi – nelle condizioni di competere come gli altri, come Stati Uniti e Cina, e all'interno dell'Europa, perché la scelta delle vie nazionali, quindi gli aiuti di Stato, è una scelta sbagliata, che avvantaggia i paesi che hanno più spazio fiscale. In questo Paese non si sta dicendo quali sono i pericoli di raggiungere obiettivi così importanti in tempi così stretti senza un accompagnamento finanziario. E questo vuol dire perdere migliaia di posti di lavoro. Allora, o noi facciamo una riflessione seria, scevra dalle ideologie, o sennò il Paese non va avanti».