VIDEO | La giunta regionale approva una delibera che nei fatti dichiara non obbligatoria in Calabria la direttiva Bolkestein: «Qui non c’è scarsità di spiagge, il problema non ci riguarda»
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È un colpo di mano spiazzante quello di Roberto Occhiuto, che questa sera, con un annuncio social carico di significati, lancia una serie di sfide incrociate sul tema delle concessioni balneari, caratterizzate da un grave momento di stallo normativo.
Il presidente della Regione, infatti, scavalcando anche la sua maggioranza in Consiglio regionale, che giorni fa avena annunciato un intervento legislativo a favore dei gestori dei lidi preda dell’impasse, ha varato in giunta una delibera che consente ai Comuni calabresi di «procedere - qualora non ci sia nel loro territorio una scarsità della ‘risorsa spiaggia’ e non vi sia neppure un interesse transfrontaliero al rilascio della concessione - all’applicazione diretta della normativa nazionale sulle proroghe delle concessioni balneari; in assenza di tali presupposti, gli stessi Comuni potranno procedere ad una ‘proroga tecnica’ delle precedenti concessioni in scadenza al 31/12/2023, e allo stesso tempo potranno bandire nuove gare, per i lotti non ancora assegnati». In altre parole gli Enti possono ora procedere alle proroghe delle concessioni bloccate dalla giustizia amministrativa da diverse sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, che ritengono invece illegittime le proroghe perché violerebbero la famigerata direttiva Bolkestein, che impone le gare per le assegnazioni ex novo delle concessioni demaniali. Questo proprio a causa, secondo l’Unione europea, della scarsità della risorsa spiaggia.
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Occhiuto: «Qui non c'è scarsità di risorsa spiaggia»
«Ebbene – afferma Occhiuto -, appare evidente che nel territorio calabrese non c’è scarsità della ‘risorsa spiaggia’ e dunque oggi abbiamo ufficialmente deliberato - prima Regione in Italia a prendere una decisione di questo tipo e a metterla nero su bianco - che in Calabria non si applicherà la direttiva Bolkestein riguardo alle concessioni rilasciate dai Comuni nei quali sarà valutata all’attualità l’insussistenza locale di scarsità della risorsa e l’assenza di interesse transfrontaliero certo».
A sostegno di ciò, il governatore rimarca che «la Calabria è abbracciata dal mare a est, a ovest e a sud, ed ha quasi 800 chilometri di coste. Il nostro piano regionale, normato da una legge regionale del 2005, prevede che il 70% delle spiagge possa essere dato in concessione per finalità turistico-ricreative, a fronte di un 30% che deve rimanere obbligatoriamente libero. Dai dati aggiornati a dicembre 2023 emerge che solo il 13% delle spiagge calabresi è dato in concessione - alcune volte anche assegnate ma non attive - dai Comuni: almeno l’87% delle nostre spiagge è dunque al momento libero».
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«Sulla Bolkestein padroni a casa nostra»
Da qui la decisione adottata in giunta, che spariglia le carte e lancia anche un segnale politico: «Da mesi si parla di autonomia differenziata e di regionalismo, perché se ne deve parlare sempre secondo l’interesse di alcuni? In questo caso la Calabria il problema che hanno altre regioni non ce l’ha. In Calabria la ‘risorsa spiaggia’ non è scarsa. Qualcuno in passato diceva ‘padroni a casa nostra’. In questo caso siamo noi calabresi che sommessamente diciamo: ‘sulla Bolkestein padroni a casa nostra».