Si lavora nella direzione di una mappatura delle aree demaniali al fine di individuare le zone libere e quelle occupate. Si ipotizzano ristori per gli imprenditori turistici che hanno investito nelle aree occupate e l’indizione di bandi nelle aree libere. Nel frattempo, le amministrazioni comunali sono chiamate alla programmazione attraverso l’approvazione dei piani spiaggia.

Il dibattito si è riaperto all’indomani della sentenza della Corte di Giustizia Europea che impone la messa a bando delle aree demaniali. Il senatore Ernesto Rapani, in parte, ne prende le distanze: «Il Governo si è impegnato attraverso il Ministero a effettuare una mappatura delle aree al fine di verificare i contenuti espressi dalla Bolkstein da cui si evince che non ci sono aree a sufficienza pertanto è necessario mettere a bando le aree demaniali. Noi siamo convinti che non sia così, afferma il parlamentare».

«La sola Calabria è composta da 800km di costa e le aree non risultano essere tutte sature. Da qui, l’esigenza di pervenire a una mappatura al fine di individuare le aree libere e quelle occupate». Per il senatore di Fratelli d'Italia occorre tenere presente che sulle aree occupate l’imprenditore turistico ha fatto degli investimenti pertanto si rende necessario individuare un metodo per eventualmente pensare a un ristoro. Le aree libere possono essere messe a bando senza la necessità di fare aste, ma semplicemente attraverso l’indizione di una gara pubblica». 

Importante si è rivelato l’emendamento approvato nel decreto Milleproroghe per il prolungamento delle autorizzazioni fino al 31 dicembre del 2024.