VIDEO | Esportazioni ridotte e piccole aziende in ginocchio: «Senza materia prima non possiamo lavorare». E il caro energia pesa anche sulle pizzerie: «Bollette aumentate del 131%»
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La guerra in Ucraina ha fatto schizzare alle stelle il prezzo della farina. I rincari sono settimanali: «Il mio rivenditore di fiducia sta finendo le scorte in magazzino», dice preoccupato Gerardo Piserà, titolare di una pizzeria di Tropea.
Esportazioni ridotte
Le esportazioni, da quello che viene definito il granaio d’Europa, sono sempre più ridotte. A subire il contraccolpo sono soprattutto le piccole e grandi aziende che producono prodotti da forno: «Senza farina non possiamo lavorare, quindi, tra un paio di mesi, proprio in concomitanza con l’avvio della stagione turistica, saremo costretti a chiudere, così come hanno fatto alcuni importanti pastifici che hanno interrotto la produzione. Il prodotto comincia a scarseggiare, inevitabile l’aumento del prezzo: «La farina costa il 30% in più rispetto a qualche mese fa».
Stefanaconi paese del pane
A Stefanaconi, paese del pane, sono tanti gli esercenti di tale settore che temono di dover addirittura chiudere.
«Il prezzo della farina è salito alle stelle, un quintale di semola costa 120 euro al quintale, questo ci costringe ad aumentare i prezzi», dice Pasquale De Fina. La sua è una storica attività: «Oltre mezzo secolo di attività che rischia di chiudere», dice rammaricato il fornaio che aggiunge: «Il mio rivenditore, che avrebbe dovuto portarmi un carico di farina, mi ha informato dell’ennesimo aumento di prezzo, da 54 euro a 60 euro al quintale. L’ho bloccato – sbotta -, finisco le scorte in magazzino e poi chiudo».
Prezzi alle stelle
Inevitabili le conseguenze sui consumatori finali: «Due mesi fa – spiega Pasquale De Fina – un chilo di pane costava due euro, oggi il prezzo è salito a tre euro». A gravare sulla filiera del pane non è solo il costo della farina ma anche l‘aumento del gasolio e quello dell’energia elettrica: «C’è stato un aumento del 131% sulla bolletta», denuncia Gerardo Piserà. «Basti pensare che a febbraio dello scorso anno ho pagato 600 euro, quest’anno la cifra è di 1.163 euro».