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«Nonostante le critiche Rende – informa una nota - resta uno dei pochi esempi di sperimentazione urbana “progettata” del secondo Novecento. Sicuramente l’unico in Calabria. Un modello, più volte portato all’attenzione nazionale, di cui possiamo dire che ha funzionato, che è stato condiviso dalla cittadinanza, fino a diventare, palesemente, motivo di orgoglio. Ma, ancora di più, questa città è stata costruita dagli architetti. Un’intera generazione ha contribuito con qualità e competenza alla materializzazione di un sogno amministrativo. Una generazione di professionisti intellettualmente liberi che hanno instaurato una relazione virtuosa tra pubblico e privato. Le testimonianze fisiche di questa condizione sono state oggetto di studi, di pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali, nonché di attenzione da parte di un pubblico specializzato e non. Insomma questo sforzo collettivo ha lasciato ad oggi una precisa eredità che a nostro avviso va orgogliosamente difesa».
Commissione per valutare i progetti
«Apprendiamo da organi di stampa dell'intenzione da parte dell'Amministrazione Comunale di Rende di costituire una commissione qualità dell'architettura, intenzione che genera perplessità da parte di molti colleghi che, se pur interessati alla qualità dell'habitat dei nostri territori, nutrono non poche perplessità sul valore e l’opportunità di istituire una commissione per valutare la qualità dei progetti. Crediamo, infatti, che la soluzione non sia dotarsi di una commissione che esprima pareri di tipo formale sull’operato di colleghi, ma intraprendere azioni capaci di sostenere una cultura diffusa della qualità, capace di rilanciare il ruolo sociale dell'architetto nel nostro territorio. Constatiamo, infatti, che il modo di operare sul patrimonio architettonico del Moderno sta notevolmente abbassando la qualità della costruzione pubblica e dell’immagine della città. L’attuale situazione appare triste considerando il fatto che Rende ha un notevole patrimonio architettonico di recente costruzione, per qualità di opere e concentrazione delle stesse, se comparato al territorio regionale. E pensiamo che questo patrimonio vada innanzitutto rispettato e curato dalle amministrazioni.
Sollecitato un incontro
La qualità dell’architettura e dell’ambiente urbano è un diritto del cittadino e la trasformazione del territorio è questione di pubblico interesse. Per questi motivi sollecitiamo un incontro per una riflessione condivisa sugli esiti del contemporaneo non solo per la conurbazione Cosenza-Rende ma per tutto il territorio regionale. Sentiamo la necessità di un dibattito pubblico per metterci in gioco ed interagire con tutti gli attori protagonisti del processo di trasformazione del territorio: amministratori, imprenditori, forze sociali, associazioni, singoli cittadini. Lo scopo è quello di promuovere la qualità del progetto e dell’opera architettonica soprattutto attraverso lo strumento del concorso di architettura e riconoscere il particolare valore artistico delle opere moderne e contemporanee per garantirne la tutela e la valorizzazione. Se manca una visione per l’architettura le nostre città diventano brutte e muore il senso di appartenenza a una società civile».
Gli architetti firmatari
Rosanna Anele, Ada Basta, Fabrizia Berlingieri, Patrizia Bonaro, Antonio Bottone, Brunella Canonaco, Piero Cavallo, Pietro Caruso, Gabriele Chiodo, Giorgio Cofone, Antonio Coscarella, Sonia Cosentini, Mario Covello, Rosario D’Acri, Fortunata Francesca D’Agostino, Carlo De Giacomo, Valentino De Rango, Marco Di Donna, Francesca Felice, Ivan Gabriele, Giandomenico Giordano, Federica Greco, Raffaele Guaragna, Maura Internò, Vittorio Leonetti, Roberta Lucente, Andrea Malara, Gianfranco Malara, Angelo Malatacca, Margherita Mari, Enrica Martini, Argia Morcavallo, Paola Morrone, Maria Muoio, Giulio Muto, Tommaso Muto, Francesca Pastore, Maria Carmela Perri, Maurizio Pino, Roberto Principe, Armando Rossi, Pino Scaglione, Nicola Servidio, Angelo Siciliano, Francesco Carlo Valentini, Elisa Vanzillotta, Debora Zupo.