«A partire dal 31 ottobre fermeremo la produzione per una settimana al mese e attiveremo la cassa integrazione straordinaria per i nostri 30 dipendenti». Lo annuncia il presidente di Confindustria Vibo Rocco Colacchio, titolare di un noto pastificio e biscottificio, al termine di un incontro con i sindacati.

Una decisione inevitabile, imposta dal caro energia che ha investito in pieno la sua azienda e non solo, e che è diventato ormai insostenibile. Ai nostri microfoni, l’imprenditore vibonese aveva parlato di un aumento «enorme e sotto gli occhi di tutti», con bollette cinque volte più care rispetto all’anno scorso.

Già a marzo del 2020, nel pieno della pandemia, Colacchio era stato costretto ad attivare la cassa integrazione. Ora la necessità di ricorrervi nuovamente. «Chiuderemo una settimana al mese, almeno fino a dicembre per evitare extra costi», ha spiegato Colacchio. Una scelta che segue a ruota quella di un altro importante imprenditore del Vibonese, Pippo Callipo, anche lui costretto a ricorrere alla cassa integrazione per 264 dipendenti fermando la produzione per un giorno a settimana fino a dicembre.

E altre imprese sarebbero in procinto di farlo. Questo è quanto emerso dall’incontro che si è tenuto nella sede di Confindustria Vibo. Presenti i principali imprenditori della provincia e i segretari delle organizzazioni sindacali confederali, Enzo Scalese (Cgil), Salvatore Mancuso (Cisl) e Pasquale Barbalaco (Uil), accompagnati dalle rispettive delegazioni.

«Gli effetti del caro bollette che si è abbattuto sulle imprese vibonesi si vedranno tra qualche mese, quando le piccole e medie imprese saranno costrette a chiudere e a mandare i propri dipendenti a casa. Resisteranno fino a dicembre – ha concluso allarmato Colacchio -, a gennaio toccherà alle grandi imprese».