Il sindacato attacca l’assessore: «Basta demagogia, la baraccopoli non è il villaggio globale, ma è l’inferno globale»
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«Ci stupisce la semplificazione che l’assessore regionale al Lavoro Angela Robbe fa della questione della baraccopoli di San Ferdinando. Evidentemente quando l’abbiamo invitata alla iniziativa presso la tendopoli qualche settimana fa con in lavoratori migranti abbiamo parlato con un’altra persona». Si apre così un comunicato di Cgil Flai Calabria e Gioia Tauro sulla questione baraccopoli.
«L’errore che la regione compie – prosegue la nota -, è assimilare la condizione della baraccopoli di San Ferdinando, dove persiste un diffuso sfruttamento dei lavoratori e condizioni igienico sanitarie precarie, al sistema di accoglienza degli sprar. Bisogna conoscere le condizioni di lavoro, del trasporto dei lavoratori, del reclutamento, della invasività della ndrangheta nel controllo dell’economia e del mercato del lavoro agricolo, delle condizioni di schiavitù in cui vivono i lavoratori sfruttati per fare proposte risolutive».
«Caro Assessore Robbe – attaccano i sindacati -, San Fedinando non è il villaggio globale, ma è l’inferno globale, e quello che un sindacato serio deve fare è dare la possibilità ai lavoratori di migliorare le condizioni di lavoro, di vita e soprattutto metterli in sicurezza. Riesce a dormire la notte con il pensiero che domani mattina le arrivi la telefonata dell’ennesimo incendio e morte a San Ferdinando per ignavia di chi può fare qualcosa e non l’ha fatta? Noi no, caro Assessore e nemmeno quei tanti che predicano da una vita di costruire un nuovo sistema di accoglienza e nel frattempo i lavoratori bruciano vivi nelle baracche».
Le sigle evidenziano che «siete al governo della regione da 4 anni e le baracche sono ancora lì, come nel 2010 dopo la rivolta di Rosarno, pronte a prendere fuoco al prossimo incendio annunciato. E non si venga a dire che il problema riguarda questa o quella istituzione, o che la proposta va bene se la fa uno anziché un altro. Il problema riguarda noi tutti, è un fatto etico, umano, di responsabilità, che non va ideologizzato e contestualizzato all’attuale momento politico e va risolto con soluzioni immediate, non tra mesi e anni».
Il comunicato ricorda che «come Cgil combattiamo ogni forma di razzismo, combattiamo quotidianamente le pulsioni razziste di Salvini, cerchiamo di risolvere i problemi che voi ogni tanto combinate, ma San Ferdinando non può diventare terreno di scontro politico, per carità. I lavoratori vanno immediatamente tolti dalle baracche di plastica e di cartone e messi oggi in sicurezza, senza aspettare i tempi della propaganda politica e delle elezioni. Ognuno di noi vorrebbe vedere i lavoratori integrati in un ipotetico villaggio globale di Riace, ma nel frattempo, oggi, bisogna uscire dall’inferno globale di San Ferdinando. Basta demagogia caro Assessore, basta propaganda, servono soluzioni immediate, oggi, non tra mesi o anni, se le avete», si chiude la nota.