La preoccupazione dell'ente nel giudizio di parifica del rendiconto della Regione: «Imprimere una forte accelerazione della spesa per non correre il rischio di restituire risorse all'Europa»
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«Sebbene i valori target della spesa per il periodo 2018-2021 siano stati raggiunti permangono forti dubbi circa il raggiungimento degli obiettivi al 31/12/2023. L'importo ancora da certificare infatti è di circa 663 milioni». Esprime seria preoccupazione sulla spesa dei fondi comunitari la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti nel giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione Calabria.
«Ebbene considerato che la chiusura del programma è prevista per il 2023 è evidente che al 31.12.2021 il livello di spesa registrato pari al 48,6% non può essere considerato un target soddisfacente. Invero - si legge nella relazione - la Regione Calabria ha chiuso la programmazione 2021 rispettando l'obiettivo di spesa comunitaria per oltre 52 milioni di euro. Il risultato tuttavia non ha di fatto collocato il Por Calabria in posizione di eccellenza rispetto ai Por delle altre regioni meno sviluppate».
«Secondo i dati dichiarati dalla Regione al 31.12.2021 il programma ha registrato un livello di attuazione complessivo (tra Fesr e FSE) pari al 72% degli impegni sul programmato. Al riguardo è stato accertato che nell'attuazione del programma operativo un rilevante peso lo hanno avuto le procedure volte al contrasto e alla mitigazione degli effetti della pandemia. Se si considera - continua la relazione - dunque che tra un esercizio e l'altro la differenza di spesa certificata non ha mai superato i 300 milioni di euro, applicando questi dati di proiezione non sembra che nel 2023 si potrà raggiungere l'obiettivo comunitario».
«In conclusione, alla luce dei dati emersi sebbene la gestione finanziaria del Por 2021 sia risultata performante rispetto al 2020 il valore della spesa certificata al 31.12.2021 (1.149.376.692) rappresenta solamente il 51% del complessivo importo del finanziamento approvato dall'Ue con l'evidente necessità di imprimere una forte accelerazione della spesa per non correre il rischio di restituire risorse all'Europa».
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