Sparite le otto Zes per lasciare il campo alla Zes unica operativa dallo scorso mese di marzo, restano le opere progettate per collegare porti, retroporti e aree industriali delle regioni meridionali ai grandi assi stradali e ferroviari del Paese per consentire alle merci di arrivare più in fretta a destinazione.

Progetti per avvicinare il Mezzogiorno all’Europa finanziati dal Pnrr con 630 milioni di euro, confermati anche dopo la rimodulazione del Piano. Fanno parte degli obiettivi della sesta rata per la quale il governo italiano ha inoltrato a Bruxelles la documentazione per ottenere il pagamento dei fondi concordati con l’Ue.
I lavori sono già assegnati e dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026.

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Molti cantieri sono partiti tra il 2022 e il 2023 e qualche rallentamento si è registrato quando si è consumato il passaggio alla Zes unica e alla nuova governance affidata al legale napoletano Giosy Romano, che ha già retto le sorti delle Zes Campania e Calabria nei mesi scorsi. Sui finanziamenti per il cosiddetto “ultimo miglio” il monitoraggio è ripartito.

I 100 milioni del Pnrr per avvicinare il porto di Gioia Tauro all'Europa

La fetta calabrese è quasi tutta legata al porto di Gioia Tauro: in alcuni casi in senso stretto, per altri casi in relazione ai collegamenti tra lo scalo e le reti viaria e ferroviaria. Lo scalo più importante del Mezzogiorno è destinatario di 5 interventi per oltre 100 milioni di euro: adeguamenti degli scali ferroviari contigui e realizzazione dello svincolo sull’autostrada A2 fanno la parte del leone. Dagli snodi dei trasporti passa il futuro dell’infrastruttura: l’Europa chiede affidabilità per le infrastrutture in chiave euromediterranea, visto che la rete Ten-T collegherà la Scandinavia all’Europa del Sud. E Gioia Tauro è, per il Sud, uno degli snodi fondamentali (prima ancora del Ponte sullo Stretto, incluso tra i progetti con un finanziamento che riguarda soltanto gli studi della mega opera).

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L’ex Zes Calabria è destinataria di interventi per 111,7 milioni di euro: la fetta più grossa andrà all’adeguamento degli impianti ferroviari di Sibari, San Pietro a Maida e Nocera Terinese e Rosarno (per 57,7 milioni); altri 11 milioni sono stati stanziati per il raccordo stradale sud alla rete Ten-T; 16,5 milioni andranno al completamento della banchina di ponente lato Nord del porto di Gioia Tauro e, sempre per il porto di Gioia Tauro, 10 milioni sono destinati all’urbanizzazione dell’area industriale. Altri due interventi sono previsti nei porti di Reggio Calabria (adeguamento e risanamento banchina Margottini per 6,5 milioni) e Villa San Giovanni, dove sono stati stanziati 4 milioni per adeguamento e risanamento strutturale della banchina.

I finanziamenti per l'ultimo miglio in Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia

È l'ex Zes Campania la destinataria della quota maggiore di risorse con 136 milioni di euro. Sette i cantieri previsti: il più importante è quello della Valle Ufita in Irpinia dove, con 26 milioni di euro, si sostiene la realizzazione del terminal ferroviario annesso alla piattaforma logistica appena deliberata, snodo per il transito delle merci collegato alla linea da alta Capacità e Velocità ferroviaria Napoli-Bari.
In Puglia si va dai dragaggi nel Porto di Manfredonia (41 milioni) a finanziamenti per centri di ricerca e innovazione a Lecce e al sistema moda-design di Nardò-Galatone mentre a Taranto 50 milioni varranno utilizzati per infrastrutture e viabilità del Porto di Taranto dove è previsto l’”Eco Industrial Park”, un’area di insediamenti industriali sostenibili dal punto di vista ambientale. In Basilicata (ex Zes Jonica), il Pnrr finanzia il rilancio e l’infrastrutturazione delle aree industriali di Potenza e Matera (50 milioni complessivamente).
In Sicilia (ex Zes Sicilia orientale) la maggior parte delle risorse assegnate riguarda il futuro del porto di Augusta (oltre 26 milioni) anche per migliorare i collegamenti con l’entroterra.

Tutti progetti che potrebbero avvicinare il Sud e i suoi porti all’Europa e contribuire allo sviluppo del Mezzogiorno. Anche per questo la Zes unica ha avviato una ricognizione per capire a che punto siano i cantieri e se “l’ultimo miglio” (che è anche uno degli ultimi treni per il Meridione) potrà essere raggiunto per tutti entro i prossimi due anni.