«Purtroppo, a malincuore, sono costretta a chiudere l'attività perché non è solo l'andamento delle vendite che è crollato. Non è solo il corso che si sta spopolando, ma sono anche alti i costi degli affitti e non si riesce a mediare con i titolari dei locali. Senza considerare gli altri costi fissi. In più la città non aiuta, l'amministrazione comunale nemmeno e i vigili stanno facendo di tutto e di più». Adele Loprete, titolare di uno storico negozio per bambini su corso Mazzini a Catanzaro spiega le ragioni che l'hanno costretta a prendere un'amara decisione. E come lei altri tre commercianti stanno per abbassare definitivamente la saracinesca.  «La città non risponde e il sindaco non ci viene incontro - aggiunge Immacolata Sacco, responsabile di due negozi di abbigliamento che presto chiuderanno i battenti - anzi pensa già al fatto che ci sono altri imprenditori pronti ad aprire al nostro posto. Noi abbiamo tenuto duro fino alla fine, pagando i dipendenti fino all'ultimo centesimo. Nonostante il titolare non sia di Catanzaro». Dunque è un momento difficile per i commercianti del capoluogo di regione, convinti che «l'unica soluzione sarebbe riportare gli uffici e alcune facoltà universitarie nel centro. Solo così potrebbe girare l'economia». Problematiche queste delle quali si discute anche a Palazzo De Nobili. «Ieri in consiglio comunale sono emerse le responsabilità di questa amministrazione che non ha mai favorito una programmazione in merito allo sviluppo turistico, culturale e commerciale del centro storico», è il commento del consigliere di opposizione Gianmichele Bosco.

La risposta del sindaco Abramo

Dal canto suo il sindaco Sergio Abramo precisa: «Ho saputo di alcune attività che chiudono ma altre tre che vogliono aprire. Questa è una polemica sterile. Abbiamo programmato circa 80 milioni di euro solo sul centro storico, senza dimenticare gli interventi per il sistema metropolitano che permetterà di raggiungere dal centro storico la zona universitaria con una sola fermata. Noi abbiamo fatto tutto ciò che era possibile programmare rispetto a quelli che sono i fondi di agenda urbana. Abbiamo firmato un accordo con la giunta regionale di 32 milioni di euro per il sistema dei parcheggi, abbiamo diminuito del 50% il costo dei ticket, ci saranno 23 interventi incentrati sul centro storico e le attività culturali non mancano. Il problema è che in questo momento di grande crisi bisogna puntare su alcuni marchi e non su altri. In ogni caso nessuno mai mi ha chiesto un incontro portando una proposta concreta. Ci serve anche l'aiuto delle associazioni di categoria che oggi abbiamo convocato. Lancio anche un messaggio: se vogliamo che corso Mazzini non torni indietro dal punto di vista commerciale dobbiamo cercare tutti quanti di dare una mano, soprattutto noi catanzaresi comprando qualcosa nel centro storico e un po' meno nei centri commerciali».