La riunione si è svolta questa mattina nella Sala Giunta del Palazzo di Vetro. Il rappresentante dell'ente ha dichiarato che a breve arriveranno 3 milioni di euro per compensare il deficit finanziario
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Una vicenda che parte da lontano, quella del deficit finanziario delle Province fra cui l'ente intermedio catanzarese come ovvio. La colpa, per così definirla, è di una riconfigurazione di tali strutture (introdotta con la Delrio) rimasta a metà dopo la mancata condivisione del più complessivo progetto di riforma costituzionale voluto dall'allora premier Matteo Renzi.
Uno stato di cose che adesso rischia di deflagrare, anche e soprattutto in ragione dei mancati pagamenti degli stipendi dei dipendenti. I quali si sono ritrovati, abituati finora alle garanzie del settore pubblico, in una situazione invece in qualche modo simile allo stato di precarietà vissuto dai loro colleghi nel comparto privato. Ecco allora i ripetuti incontri del personale interessato con il presidente di Palazzo di Vetro (e anche sindaco del capoluogo) Sergio Abramo, come ad esempio l'ennesimo confronto di stamani. Fissato alle 9.30, ma poi aggiornato alle 10 con i lavoratori un po' seccati per una sala Consiglio trovata chiusa e come non bastasse all'ultimo momento destinata al dibattito fra i candidati a primo cittadino del capoluogo, organizzato da Federfarma, in programma nello stesso luogo alle 10.30.
Comunque sia, dopo il trasloco in Sala Giunta che fa poca differenza in sostanza, ecco l'oretta circa di riunione. Interlocutoria e che lascia i lavoratori con l'unica speranza di ricevere a breve le mensilità arretrate di aprile e maggio. Ma poi? O fra un anno o due, cosa accadrà? Queste le loro domande mentre si consuma una frenetica attesa. Abramo, però, dopo aver mandato fuori la stampa per la prima volta in realtà, parla forse senza sapere di essere ascoltato anche dall'esterno. Quanto filtra è che è, al solito, "l'uomo dei conti". Che prova a rasserenare gli animi. Ma senza persuadere molto chi sta a sentirlo. Invoca la fase delicata e il lavoro quotidiano che non ammette divisioni. Sono in arrivo 3 milioni e mezzo di euro e si può incassare qualche altro milione, attraverso le vendite dei campi sportivi di Lamezia (il Carlei) e della zona di Giovino. Ma sul punto, i lavoratori storcono la bocca ed esclamano: «Meglio affittarli, che per tamponare ora perdiamo pure gli introiti continuativi degli affitti».
Punti di vista. Differenti. Come sulle 28 posizioni organizzative ritenute eccessive dalla maggior parte dei presenti, ma che il presidente ha sempre giustificato con le percentuali previste dalla legge rispetto alla pianta organica complessiva. Altra questione su cui si dibatte è relativa, come ovvio, al futuro. Incerto soprattutto perché Abramo in autunno andrà via. Stavolta definitivamente. E quindi la patata bollente sarà di un altro che, tuttavia, al pari del predecessore dovrà fare i conti non solo con la mancanza di fondi ma anche con i vincoli. Ostacoli insormontabili che, ad esempio, non permettono la destinazione unica delle risorse in arrivo al pagamento degli stipendi. Una serie di paletti, insomma, sulla strada di una risoluzione di questa sorta di vertenza anche legata all'impegno di un dirigente finanziario che "guai se lascia", dicono un po' tutti, poiché chi dovesse venire dopo di lui impiegherebbe almeno sei mesi solo per avere piena contezza sul piano tecnico della complessa vicenda, mentre lui ha già molto chiara la faccenda.